Skanderbeg, nacque nel 1405 (la data è incerta) da una delle famiglie più importanti dell'Albania feudale dell'epoca, quella dei Castriota. Il nome di battesimo impostogli fu Giorgio, quindi, prima che gli straordinari eventi che racconteremo più avanti lo affidassero ai posteri come Skanderbeg, egli si chiamava "Gjergj Kastrioti". ll padre, Giovanni Castriota era signore di Kruja, e intratteneva stretti rapporti di amicizia con la Repubblica di Venezia. All'epoca la piccola Albania era una zona strategicamente importante, era la terra di confine con il pericoloso impero turco che regolarmente tentava di espandersi a occidente, con l'ambizione di invadere i balcani, l'Italia e naturalmente Roma. Giovanni Castriota, per anni aveva contrastato l'avanzata degli Ottomani, contando anche sull'appoggio della Serenissima, ma arrivò anche per Kruja il momento terribile della resa. Il Sultano Murat pretese un ingente tributo e la consegna dei suoi quattro figli maschi. Così all'età di 9 anni (ancor più piccolo secondo alcune fonti) Giorgio Castriota fu allontanato dalla sua famiglia e dal mondo cristiano.

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thumb_Skanderbeg.jpg La battaglia di Ujëbardha (Acque-bianche, conosciuta anche come Battaglia di Albulena) è stata combattuta il 2 Settembre 1457 tra le forze Epirote comandate da Skanderbeg e le truppe dell’esercito Ottomano. La battaglia di Ujëbardha è da considerarsi la più importante vittoria in campo aperto del re Epirota contro gli Ottomani. L’armata albanese di circa 15 mila soldati si è scontrata con la spedizione ottomana di 70 mila uomini sul campo di Ujëbardha, località posta a metà strada tra Lezhë e Krujë.

 

 

 

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Si è tenuta dal 18 gennaio al 4 febbraio scorso, presso la Biblioteca Casanatense di Roma, la mostra pannellare curata da Pierfranco Bruni dal titolo “Arbëreshë. Cultura e civiltà di un popolo”.
Introdotta dalle più alte cariche del mondo culturale del Ministero e alla presenza degli organi d’informazione maggiori (Rai, Sky24, Corriere della Sera, Il Messaggero, ecc.), la mostra ha proposto al vasto e qualificato pubblico presente in sala un "viaggio" culturale alla riscoperta delle identità italo-albanesi, con la Calabria al centro della discussione a giocare un ruolo di primaria importanza.

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Foto di J. Fusca «Kodra est le primitif d’une nouvelle civilitation», ossia “il primitivo di una nuova civiltà”. Così Paul Eluard definiva il maestro Ibrahim Kodra (Foto di J. Fusca) nel lontano 1946 sulle pagine de “L’Unità”, ben interpretando quella che poi sarebbe stata la vicenda artistica e umana di colui che in futuro sarebbe diventato uno dei punti di riferimento mondiali di tutto il panorama legato all’arte del Novecento.
La triste notizia della sua morte, avvenuta martedì mattina 7 febbraio nella sua casa milanese sita al n°2 di piazzale Lagosta, lascia un vuoto incolmabile nella sfera affettiva dei suoi tanti amici e sul versante della scena artistica internazionale.
I funerali del maestro dovrebbero svolgersi lunedì 13 febbraio 2006; fino ad allora la salma resterà esposta nella sua abitazione.

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E’ stato pubblicata nei giorni scorsi l’Antologia di liriche “Testimonianza d’Amore”, intitolata alla memoria di Beniamino Capparelli, scomparso lo scorso 30 ottobre 2004 a causa di un malore che lo ha colpito durante una partita di calcio tra amici.
L’uscita di questa Antologia fa da epilogo alla I Edizione del Concorso Nazionale di Poesia “Beniamino Capparelli”, conclusosi nel giugno 2005 a Spezzano Albanese, paese natale del giovane ragazzo venuto a mancare.

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SkanderbegBattleGli anni fino al 1468, quando Skanderbeg morì, furono carichi di tensione, con un susseguirsi incessante di battaglie e di missioni diplomatiche all'estero. Nel 1463, tratto in inganno dall'intenzione del Papa, di Venezia e di altri stati italiani e dell'Europa centrale che avevano mostrato l'intenzione di organizzare una crociata contro l'Impero Ottomano, Skanderbeg ruppe il trattato di pace con Mehmed II. La crociata promessa non venne mai organizzata e le terre Albanesi furono soggette ad una sistematica devastazione.

thumb_Evangelario.png
È stata presentata al Papa Benedetto XVI l’edizione italiana dell’Evangeliario Bizantino, voluta dalla Eparchia di Lungro, capitale religiosa degli arbëresh, e realizzata con il contributo della Regione Calabria, già presentata al popolo di Dio nel giugno del 2005 a Roma, nella cornice della Chiesa di San Atanasio il Grande di via del Babuino. Nella splendida cornice di Piazza San Pietro, in una giornata fortunatamente soleggiata, considerati il freddo e la pioggia persistenti dei giorni e delle ore precedenti, a conclusione dell.udienza generale di mercoledì 14 dicembre scorso, il Papa ha ricevuto il Vescovo dell'Eparchia - Ercole Lupinacci - ed il Presidente della Regione Calabria - Agazio Loiero - che gli hanno illustrato il sacro testo dell'Evangelario, appena stampato e redatto per le esigenze liturgiche delle Chiese greco-bizantine in Italia.

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Giovedì, Novembre 18, 2004 Luigi Boccia Chiesa e Religione 7856
Discorso pronunciato da S.E. il Card. Camillo...
Lunedì, Gennaio 23, 2006 Luigi Boccia Chiesa e Religione 11753
Secondo la tradizione, i territori dell’attuale...

LA LINGUA - GJUHA JONE

Domenica, Novembre 13, 2005 Luigi Boccia Grammatica 26118
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Martedì, Marzo 07, 2006 Pietro Di Marco Aspetti generali 11570
E ardhmja e natës agimi. Ti e prite. E ardhmja e agimit dita e plotë. Ti e rrove. E ardhmja e ditës mbrëmja. Ti u krodhe në të. E ardhmja e mbrëmjes...