Introdotta dalle più alte cariche del mondo culturale del Ministero e alla presenza degli organi d’informazione maggiori (Rai, Sky24, Corriere della Sera, Il Messaggero, ecc.), la mostra ha proposto al vasto e qualificato pubblico presente in sala un "viaggio" culturale alla riscoperta delle identità italo-albanesi, con la Calabria al centro della discussione a giocare un ruolo di primaria importanza.
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I punti di riferimento toccati dal Capo dipartimento per i Beni culturali, Francesco Sicilia, sono stati quelli della valorizzazione delle comunità arbëreshe e della maggiore promozione e diffusione della cultura italo-albanese attraverso l’itinerario di questa mostra in tutte le regioni interessate, oltre che nelle comunità italiane che si trovano all’estero.
Il direttore generale Luciano Scala ha ribadito l’importanza di creare un rapporto tra la cultura italo-albanese e le altre culture nazionali, precisando come «L'iniziativa si inserisca nell'ambito della legge 420/97 relativa al coordinamento dei comitati celebrativi» e ricordando che gli Arbëreshë sono presenti con circa 50 comunità.
Il sottosegretario del Ministero per i Beni e le Attività culturali Nicola Bono ha sostenuto la necessità di far entrare nel patrimonio dell’Unesco il progetto riguardante la cultura italo-albanese. «L'esposizione rientra nel percorso culturale della tutela delle minoranze linguistiche -ha sottolineato-. In questi anni abbiamo fatto molto anche per far conoscere la lingua italiana nel mondo, che comunque è la quinta lingua più studiata. Inoltre credo che il metodo delle mostre pannellari sia molto efficace per spiegare un uomo di cultura o una minoranza etnica. E' un percorso che dobbiamo continuare a percorrere e che dobbiamo esportare in altri territori dove sono presenti le minoranze etniche».

La ricerca di Pierfranco Bruni analizza modelli ed elementi storici, culturali, antropologici degli Italo-Albanesi e si presenta come un viaggio nella identità di un popolo. Sono stati affrontati aspetti particolari e in modo predominante si è cercato di sottolineare l'importanza tra letteratura e appartenenza attraverso una griglia di capitoli, che pongono all'attenzione l'idea di identità, di appartenenza, di viaggio in una visione estetica, storica e antropologica.
Pierfranco Bruni ha illustrato la mostra, specificato le finalità e sostenuto che gli arbëreshë ricadono nel contesto mediterraneo insieme a catalani, sardi, grecanici e occitani. Anche in questo caso la Calabria ha una sua funzione importante, essendo una sorta di “patria” italiana per queste culture. Bruni ha concluso sostenendo: «La mostra dedicata agli italo-albanesi nasce da uno studio del 2001/2002 e si muove nel bacino del Mediterraneo dove entrano in contatto la cultura occidentale con quelle orientale ma, soprattutto, è un’anticipazione sul prossimo studio che si occuperà dei catalani».
Intanto, dopo l’esposizione romana, l’intenzione degli organizzatori è quella di portare in giro per tutta l’Europa la mostra e, sempre sullo stesso filo logico secondo il quale bisogna integrare meglio queste realtà culturali, nei prossimi mesi verrà anche organizzato a Cosenza un convegno sulla cultura occitana.
Il racconto dei tutta la manifestazione, già proposto dalle rubriche culturali di Rai 1 e Rai 2, è sul sito www.beniculturali.it, sezione cultura (web-tg), oppure sul sito www.etnieitalia.it.
Pierfranco Bruni ha illustrato la mostra, specificato le finalità e sostenuto che gli arbëreshë ricadono nel contesto mediterraneo insieme a catalani, sardi, grecanici e occitani. Anche in questo caso la Calabria ha una sua funzione importante, essendo una sorta di “patria” italiana per queste culture. Bruni ha concluso sostenendo: «La mostra dedicata agli italo-albanesi nasce da uno studio del 2001/2002 e si muove nel bacino del Mediterraneo dove entrano in contatto la cultura occidentale con quelle orientale ma, soprattutto, è un’anticipazione sul prossimo studio che si occuperà dei catalani».
Intanto, dopo l’esposizione romana, l’intenzione degli organizzatori è quella di portare in giro per tutta l’Europa la mostra e, sempre sullo stesso filo logico secondo il quale bisogna integrare meglio queste realtà culturali, nei prossimi mesi verrà anche organizzato a Cosenza un convegno sulla cultura occitana.
Il racconto dei tutta la manifestazione, già proposto dalle rubriche culturali di Rai 1 e Rai 2, è sul sito www.beniculturali.it, sezione cultura (web-tg), oppure sul sito www.etnieitalia.it.