CattedraleLungroEra il 13 febbraio 1919 quando il venerabile Papa Benedetto XV, con la Costituzione Apostolica “Catholici fideles”, istituiva l’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale per

“I fedeli cattolici di rito greco, che abitavano l’Epiro e l’Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, … accolti con generosa liberalità … nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevute dai loro padri ed avevano con somma cura ed amore conservate per lungo corso di secoli. Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso dall’autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio ciel, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano. […].

La Santa Sede rispondeva così, con paterna benevolenza, alle pressanti richieste di tutela avanzate per lungo tempo dai discendenti del condottiero albanese Giorgio Castriota Skanderbeg, a suo tempo insignito del titolo di “Atleta di Cristo”, per l’impegno profuso coi suoi valorosi soldati, per un quarto di secolo, in difesa della libertà e dell’autodeterminazione del proprio popolo e della cristianità europea.

L’esodo degli albanesi in Italia risale ai secoli XV-XVIII,  dopo il Concilio di Firenze del 1439, la caduta di Costantinopoli del 1453 e la morte di Skanderbeg nel 1468. In quel tempo si spostò una Nazione intera, una Chiesa, il cristianesimo albanese, la lingua albanese, un popolo intero con il suo patrimonio.

I profughi dovettero dolorosamente abbandonare la Madre Patria, per poter rimanere in vita, liberi e cristiani; nell’esodo portarono con loro poche cose, le meno pesanti, le più preziose, quelle incancellabili: i ricordi, la lingua, il rito bizantino; mentre nel suolo patrio lasciarono dolore, vuoto e desolazione. Essi furono benevolmente accolti ovunque, come fratelli nella medesima fede cristiana. I Pontefici romani furono sempre paternamente provvidenti nei loro riguardi perché potessero avere condizioni di salvaguardia del proprio patrimonio ecclesiale orientale.

L’istituzione dell’Eparchia di Lungro è il coronamento di un lungo percorso storico nel quale la Divina Provvidenza ha costantemente protetto questo piccolo popolo orientale integratosi pienamente nel tessuto della Chiesa latina, senza però perdere le proprie caratteristiche identitarie e peculiari. La Santa Sede con tale provvedimento riconosceva giuridicamente e per prima in assoluto la realtà unitaria e particolare degli Italo-Albanesi e donava ad essi una configurazione di diritto ecclesiale e civile.

In questo 2016 l’Eparchia di Lungro ha iniziato il suo 98° anno di vita e avanza spedita per il I centenario. Nella sua storia registra quattro Vescovi dei quali il primo è stato Mons. Giovanni Mele, eletto all’età di appena 33 anni. Egli ha governato per 60 anni, dal 1919 al 1979 e si è eroicamente impegnato nell’ardua impresa di dare unitarietà alle Parrocchie della novella Eparchia che, precedentemente, appartenevano a ben 6 diverse Diocesi: Cassano Allo Jonio, Rossano, Bisignano, Anglona, Penne, Lecce, ubicate in 4 differenti regioni: Calabria, Basilicata, Abruzzo, Puglia.

Il suo successore Mons. Giovanni Stamati ha proceduto con eguale zelo apostolico per il recupero della spiritualità bizantina e per una uniforme fisionomia ecclesiale nel segno della continuità, della custodia e della valorizzazione dell’avito patrimonio spirituale e storico-culturale. Egli, a ridosso del Concilio Vaticano II, nel 1968, ha decretato l’uso liturgico della lingua albanese, materna e del popolo, come forte segno di unità diocesana nonchè di appartenenza e di vicinanza ad un popolo al quale, nella propria terra, era negata la libertà di poter pregare Dio. Nei paesi dell’Eparchia si pregava nell’antica e nobile lingua materna in attesa dell’alba di una rinascita della fede cristiana nella Madre Patria degli Avi.

Il terzo Vescovo, Mons. Ercole Lupinacci, dal 1987 al 2010, ha provveduto ad elevare alla confacente dignità il patrimonio liturgico ed iconografico delle Chiese parrocchiali portandole ad una configurazione più aderente alla tradizione bizantina. Nel corso del suo ministero è stata celebrata la Prima Assemblea Diocesana dalla quale è venuto fuori un compendio di indicazioni per una buona vita ecclesiale, comunitaria e individuale, in linea con il patrimonio spirituale orientale.

L’attuale Vescovo, Mons. Donato Oliverio, ha ereditato una bella Diocesi, saldamente piantata in Occidente dove rende visibile con estrema chiarezza le ricchezze della tradizione bizantina e la bellezza della possibile unità tra i cristiani di occidente e di oriente nella differenza delle tradizioni e nella diversità delle lingue.

Egli governa l’Eparchia da Lungro, una ridente cittadina di circa 3.000 abitanti, posta sul versante sud–ovest della Catena montuosa del Pollino, ai piedi del Monte Petrosa, ad un’altitudine di 600 metri sul livello del mare. Il suo Trono si trova in quella che è la Chiesa Madre di tutte le Chiese dell’Eparchia, la Cattedrale di San Nicola di Mira, costruita tra il 1721 e il 1825. Maestosa nella sua pianta romanico–barocca a croce latina è stata impreziosita negli ultimi decenni da pregevoli mosaici e affreschi, che la rendono un luogo unico in cui arte bizantina e spiritualità orientale si coniugano felicemente, tanto da portarla ad essere considerata la Chiesa più importante del cattolicesimo bizantino arbëresh in Italia. Nella sua cupola domina il maestoso Cristo Pantocrator “volto della misericordia del Padre”.

Oggi i fedeli dell’Eparchia sono circa 40.000 nei Paesi e altrettanti sparsi in varie città della Penisola italiana, ad assisterli nel loro cammino di divinizzazione ci sono una cinquantina di papàdes. Essi sono costituiti in 30 Parrocchie italo-albanesi di rito bizantino che sono ubicate in paesi sparsi, a macchia di leopardo, sul territorio di quattro Diocesi della Calabria: Cassano Ionio, San Marco Argentano, Rossano-Cariati e Cosenza-Bisignano e altre tre Diocesi al di fuori della regione, TursiLagonegro, Lecce, Pescara-Penne. In questi centri gli abitanti, per strada e in famiglia, parlano l’arbëresh e nelle Chiese, durante le ufficiature liturgiche, i fedeli pregano e cantano in greco  e in albanese.

Nell’Eparchia si vive e osserva, con pienezza di comunione ecclesiale con la Sede di Pietro, la tradizione bizantina con il suo ricco patrimonio liturgico, cerimoniale, iconografico, teologico, spirituale, melurgico. Tali caratteristiche rendono la medesima, in Calabria e in Italia, segno vivente della realtà dei primi secoli dell’era cristiana, quando greci e latini vivevano in comunione e lodavano ciascuno nella propria lingua e secondo le proprie tradizioni l’unico e solo Dio. Il programma pastorale del Vescovo Donato lo si può intravedere già nei primi passi del suo episcopato. Egli, appena insediatosi, ha guidato un pellegrinaggio di fedeli alla tomba dell’Apostolo Pietro, per elevare ringraziamento a Dio per la tanta benevolenza elargita agli arbëresh nel corso della loro permanenza in Italia e per ribadire la piena fedeltà degli Italo-Albanesi alla Chiesa Cattolica e al Papa di Roma. Nel suo secondo anno di episcopato, con una delegazione del suo presbiterio, è stato ricevuto ufficialmente dal Patriarca Bartolomeo a Costantinopoli al quale ha confermato che gli Italo-Albanesi mantengono viva la fede cristiana nella tradizione bizantina ricevuta dai padri. L’anno successivo si è recato in Albania a baciare la terra degli Antenati e ad incontrare i Vescovi albanesi, Cattolici e Ortodossi, nonché i responsabili delle comunità musulmane e bektashane, simboli viventi della rinascita della luce in quella terra di martirio e segnali di speranza per il mondo intero per le loro scelte di dialogo e di passi di pace. Il Vescovo Donato vuole guidare l’Eparchia di Lungro con i suoi fedeli italo-albanesi – di tradizione bizantina vissuta in piena comunione in un territorio di tradizione latina – a spendersi per l’unità dei cristiani per esprimere profeticamente il futuro prossimo della Chiesa: l’unità nella retta fede e nella abbondante ricchezza delle differenze ecclesiali. In tal senso ha avuto grande incoraggiamento da alcuni eminenti rappresentanti della Chiesa Ortodossa che, con la benedizione del Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, hanno visitato negli ultimi anni alcuni paesi dell’Eparchia di Lungro. Nell’ottobre del 2013 Stephanos Charalambides, Metropolita di Tallin e di tutta l’Estonia, e Athenagoras Peckstadt, che giunse come Vescovo di Sinope e ripartì da Lungro con la comunicazione della elevazione a Metropolita del Belgio; e nel novembre del 2015, di Elpidophoros Lambriniadis, Metropolita di Bursa, Abate del Monastero Patriarcale e Stavropigiaco “Santa Trinità” di Chalki.

Essi hanno rilevato di aver scoperto tra gli italo-albanesi dell’Eparchia di Lungro dei “fratelli dei quali ignoravano l’esistenza”, pienamente appartenenti alla Chiesa Cattolica ma altrettanto pienamente fedeli alla tradizione bizantina dei Padri. E i medesimi hanno incoraggiato a far diventare i paesi dell’Eparchia palestre di incontro per scambi fraterni tra cristiani ortodossi e cristiani cattolici, con piccoli passi di avvicinamento amichevole, per favorire la conoscenza reciproca, per gioire delle ricchezze altrui nel modo di lodare Dio, per sanare i passi di allontanamento del passato e per sveltire a cuor di popolo la riunificazione delle Chiese cristiane al fine di giungere alla sospirata e necessaria unità visibile dei credenti in Cristo, Figlio di Dio, Signore e Salvatore, che ha chiesto al Padre: “Che siano uno”. Nel cuore e nella mente del Vescovo Donato, del clero e dei fedeli italo-albanesi dell’Eparchia di Lungro, queste parole forti si sono congiunte a quanto è inciso chiaro e tondo nello stemma dell’Eparchia: “ΙΝΑ ΩΣΙΝ ΕΝ” – “QË TË JENË NJË” – “UT UNUM SINT”, che costituisce la missione specifica della piccola Chiesa Italo-Albanese inviata, con le sue povere forze, per rendere presente il passato e profetizzare la volontà di Dio, e che pare essere l’obiettivo perseguito con tutte le forze da Papa Francesco: unità, a qualsiasi costo! Il popolo arbëresh e la sua Chiesa ricordano con grande commozione e stupore altre parole simili rivolte loro il 25 aprile 1968 dal Beato Papa Paolo VI, in occasione del V centenario della morte di Skanderbeg, il quale rivolgendosi loro ebbe a dire: “Carissimi figli d’Albania … voi potete considerare questa Sede Apostolica … come vostra casa paterna … e se la storia vi ha visti oppressi e dispersi, la bontà di Dio ha fatto che voi, con tutti i membri del vostro “gjak i shprishur”, vi rendeste ovunque tramite di alleanze e collaborazioni, che spesso vi hanno reso anticipatori del moderno ecumenismo”.
Protopresbitero Pietro Lanza
Protosincello dell’Eparchia di Lungro

Grande e Santa Quaresima

 

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Scambio culturale tra il comune di Cerzeto e il liceo “Ernest Koliqi” di Tirana
Il rappresentante di “Italia delle Minoranze” Cataldo Pugliese manifesta con la sua partecipazione, vicinanza e ammirazione al progetto di educazione e scambio culturale realizzato dal comune di Cerzeto e dal liceo “Ernest Koliqi” di Tirana.
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Il sindaco di Ururi incontra il presidente Meta
Il presidente della Repubblica, Ilir Meta, ha tenuto un incontro questo sabato con i rappresentanti della comunità Arberesh in Italia.
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X anniversario della chirotonia episcopale del Vescovo di Lungro
Ricordiamo con piacere la ricorrenza del X anniversario della chirotonia episcopale del Vesovo di Lungro, S.E. Mons. Donato Oliverio. Dieci anni di episcopato denso e ricco di ferventi attività. Felicitazioni al nostro vescovo!εἰς πολλὰ ἔτη, Δέσποτα
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Il giardino dei sensi
Sensi e spiritualità: due parole in apparenza contraddittorie. Eppure tutta la Bibbia brulica di personaggi e di scene sensuali, come un "giardino delle delizie" in cui la vista, l'udito, il tatto, il gusto e l'odorato celebrano il loro festino. .
Sensi e spiritualità: due parole in apparenza contraddittorie. Eppure tutta la Bibbia brulica di personaggi e di scene sensuali, come un "giardino delle delizie" in cui la vista, l'udito, il tatto, il gusto e l'odorato celebrano il loro festino. . Read More...
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Discorso di Papa Paolo VI in occasione del IV centenario del Collegio Greco di Roma
Sabato, 30 aprile 1977 Venerati Fratelli e carissimi Figli! Ispirato ad intonazione di profonda letizia, dopo i bei canti liturgici e le devote parole del Signor Cardinale Paul Philippe, è l'odierno incontro, il quale, se di per sé si collega ad una ricorrenza quattro volte centenaria - quella della fondazione in Roma del Collegio Greco di S. Atanasio - si apre, peraltro, e si allarga nella visione della Chiesa d'Oriente, che con la Chiesa Latina forma l'unica ed indivisa Chiesa di Cristo. Il Nostro saluto, come alle Autorità religiose qui presenti, si dirige naturalmente a voi, Alunni e Superiori del Collegio, perché siete voi i festeggiati; e si rivolge ancora ai condiscepoli degli altri Istituti eretti nell'Urbe per l'educazione del Clero di rito orientale, perché tutti insieme voi ponete dinanzi ai nostri occhi questa consolante realtà di coesione ecclesiale. .
Sabato, 30 aprile 1977 Venerati Fratelli e carissimi Figli! Ispirato ad intonazione di profonda letizia, dopo i bei canti liturgici e le devote parole del Signor Cardinale Paul Philippe, è l'odierno incontro, il quale, se di per sé si collega ad una ricorrenza quattro volte centenaria - quella della fondazione in Roma del Collegio Greco di S. Atanasio - si apre, peraltro, e si allarga nella visione della Chiesa d'Oriente, che con la Chiesa Latina forma l'unica ed indivisa Chiesa di Cristo. Il Nostro saluto, come alle Autorità religiose qui presenti, si dirige naturalmente a voi, Alunni e Superiori del Collegio, perché siete voi i festeggiati; e si rivolge ancora ai condiscepoli degli altri Istituti eretti nell'Urbe per l'educazione del Clero di rito orientale, perché tutti insieme voi ponete dinanzi ai nostri occhi questa consolante realtà di coesione ecclesiale. . Read More...
Typikà locali parrocchiali nella chiesa arbëreshe
Nel passato circolavano tra le Comunità arbëreshe di Calabria, oltre a typikà bizantini stampati generalmente a Venezia, comodi rubricari manoscritti che riproducevano le norme generali, ma introducevano anche elementi locali. Per una storia autentica dell’evoluzione storica della tradizione bizantina tra gli Arbëreshë è indispensabile conoscere questi documenti che ci riportano  la prassi concreta. .
Nel passato circolavano tra le Comunità arbëreshe di Calabria, oltre a typikà bizantini stampati generalmente a Venezia, comodi rubricari manoscritti che riproducevano le norme generali, ma introducevano anche elementi locali. Per una storia autentica dell’evoluzione storica della tradizione bizantina tra gli Arbëreshë è indispensabile conoscere questi documenti che ci riportano  la prassi concreta. . Read More...
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Giorgio Castriota Skanderbeg tra storia e mito
La parrocchia greca di Cosenza dell'Eparchia di Lungro e, in particolare, il parroco protopresbitero Pietro Lanza, stanno ricordando nel corso di questa settimana l'eroe albanese Giorgio Kastriota Skanderbeg a 550 anni dalla sua morte. Oltre ai vari eventi segnalati sul calendario di Jemi.it, è stata diffusa anche una monografia contenuta nel volume I Padroni dell’Acciaio, scritta da Gabriele Campagnano Zweilawyer e illustrata da Francesco Saverio Ferrara.
La parrocchia greca di Cosenza dell'Eparchia di Lungro e, in particolare, il parroco protopresbitero Pietro Lanza, stanno ricordando nel corso di questa settimana l'eroe albanese Giorgio Kastriota Skanderbeg a 550 anni dalla sua morte. Oltre ai vari eventi segnalati sul calendario di Jemi.it, è stata diffusa anche una monografia contenuta nel volume I Padroni dell’Acciaio, scritta da Gabriele Campagnano Zweilawyer e illustrata da Francesco Saverio Ferrara. Read More...
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Il Padre di tutti, l’Amico di sempre
“Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili”.                                                                    Bertolt BrechtIl tempo scorre inesorabilmente, i modi di vita cambiano sempre più rapidamente, poche cose permangono, così come i sentimenti, forse perché sanno di eternità. E il “sentimento del ricordo”, anche se in modo diverso da individuo a individuo, vive sempre in ognuno.
“Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili”.                                                                    Bertolt BrechtIl tempo scorre inesorabilmente, i modi di vita cambiano sempre più rapidamente, poche cose permangono, così come i sentimenti, forse perché sanno di eternità. E il “sentimento del ricordo”, anche se in modo diverso da individuo a individuo, vive sempre in ognuno. Read More...
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Spigolature storico-biografiche del siculo-arbëresh Francesco Crispi nel 195° anniversario della nascita
Nacque a Ribera (Agrigento) il 4 ottobre 1818, compì i primi studi nel seminario greco-albanese di Palermo, e si laureò in Giurisprudenza nel 1837. L’anno dopo sposò Rosa D’Angelo che morì nel 1840. Nel 1839, Francesco Crispi (1) aveva fondato e diresse poi per tre anni, il giornale “L’ORETEO”. Nel 1844 si presentò a un concorso per la magistratura, riuscendo primo, ma in seguito rinunciò per esercitare l’avvocatura a Napoli. Intanto si occupava di politica, svolgendo idee e propaganda liberali.
Nacque a Ribera (Agrigento) il 4 ottobre 1818, compì i primi studi nel seminario greco-albanese di Palermo, e si laureò in Giurisprudenza nel 1837. L’anno dopo sposò Rosa D’Angelo che morì nel 1840. Nel 1839, Francesco Crispi (1) aveva fondato e diresse poi per tre anni, il giornale “L’ORETEO”. Nel 1844 si presentò a un concorso per la magistratura, riuscendo primo, ma in seguito rinunciò per esercitare l’avvocatura a Napoli. Intanto si occupava di politica, svolgendo idee e propaganda liberali. Read More...
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La Presidente Succurro ha incontrato l’Ambasciatore del Kosovo in Italia
Nella splendida cornice del Salone degli Specchi della Provincia di Cosenza si è svolta, nel pomeriggio di giovedì 23 giugno, la visita dell’Ambasciatore della Repubblica del Kosovo in Italia – S.E. Sig.ra Lendita Haxhitasim, accolta anche da una nutrita delegazione di Sindaci delle Comunità arbëreshë del territorio cosentino.
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Sant’Atanasio dei Greci: calendario Grande Quaresima 2022
Riportiamo qui di seguito il programma completo delle celebrazioni della Grande Quaresima e della Grande e Santa Settimana dell'anno 2022 presso la chiesa di Sant'Atanasio dei Greci a Roma. I testi dei riti sono presenti sul sito: www.liturgiabizantina.it
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“Arbëria Viva” di Arbër Agalliu premiato a Moda Movie
Il cortometraggio di Arbër Agalliu sulle minoranze linguistiche arbëresh ha ricevuto il premio speciale durante la kermess di moda e cinema "Moda Movie" a Cosenza. 
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La lingua arbëreshe viene snobbata
La lingua è l’elemento fondamentale che caratterizza una comunità e un intero popolo. Secondo Bruner la lingua svolge una funzione di trasmissione culturale. Infatti, diventa tramite necessario per la conservazione di pratiche culturali e religiose. Inoltre, non va dimenticato, nel caso della comunità di Piana degli Albanesi, che un ruolo fondamentale nella conservazione della lingua arbëreshe è stato giocato dai papades. Infatti, il primo testo il lingua arbëreshe è stato scritto nel 1592 da un sacerdote: Luca Matranga. Si tratta dell’ E Mbësuame e Krështerë – La Dottrina Cristiana Albanese. Nel corso dei secoli, come in parte ancora oggi, nelle chiese arbëreshe di Piana le preghiere si recitano in lingua. E, grazie al catechismo frequentato dai bambini che si preparano per la prima confessione, si ha la possibilità di dar vita a un continuum e tramandare alle nuove generazioni la lingua.
La lingua è l’elemento fondamentale che caratterizza una comunità e un intero popolo. Secondo Bruner la lingua svolge una funzione di trasmissione culturale. Infatti, diventa tramite necessario per la conservazione di pratiche culturali e religiose. Inoltre, non va dimenticato, nel caso della comunità di Piana degli Albanesi, che un ruolo fondamentale nella conservazione della lingua arbëreshe è stato giocato dai papades. Infatti, il primo testo il lingua arbëreshe è stato scritto nel 1592 da un sacerdote: Luca Matranga. Si tratta dell’ E Mbësuame e Krështerë – La Dottrina Cristiana Albanese. Nel corso dei secoli, come in parte ancora oggi, nelle chiese arbëreshe di Piana le preghiere si recitano in lingua. E, grazie al catechismo frequentato dai bambini che si preparano per la prima confessione, si ha la possibilità di dar vita a un continuum e tramandare alle nuove generazioni la lingua. Read More...
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Il presidente albanese Meta chiede che l'arbëresh venga insegnato a scuola
Il presidente della Repubblica, Ilir Meta ha incoraggiato questo sabato i parlamentari italiani a fornire il loro supporto affinchè la lingua arbëreshe venga insegnata nelle scuole dei dei comuni minoritari. 
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Il Tirana Times lancia l'allarme: l'arbëresh rischia l'estinzione
In Albania, il Tirana Times, rilancia la notizia dell'arbëresh incluso tra le lingue a rischio estinsione. 
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Scoperto l’anno di nascita del poeta albanese sangiorgese Giulio Variboba
La ricerca sul poeta D. Giulio Varibobba non finisce mai di stupire. Sono stati rintracciati ultimamente importanti fonti documentali presso archivi pubblici e privati sulla comunità di San Giorgio Albanese in provincia di Cosenza.
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Gjitonia te fshati global
Ndoshta ngë mënd të njihen vetat o bashkësìtë nga llargu: dëftohen neve vetëm tue u jetuar përkrahu atyre, tue i dashur. “Një njohje e madhe ë’ bijë e njëi dashurìe”: ndjenjat, nëse të dëlirë, ngë janë të rreme. Kerkoj te zëmbra e njerìut dhe gjej patëmetësì (/ndershmërì), parimësì, e vërtetë dhe kushtin e mundësìsë fizike, psikike, shpirtërore shpëtuese të njëi bote të globalizuame dhe në ndryshim të shpejtë. Për këtë, pikërisht tue vërejtur atje ku duket e zhdukur zëmbra, kërkoj të gjej gjurmën e ndonjëi mundësìe të aftë të bejë të ringjallet lirìa e brëndshme dhe hapja ndaj tjerëvet.
Ndoshta ngë mënd të njihen vetat o bashkësìtë nga llargu: dëftohen neve vetëm tue u jetuar përkrahu atyre, tue i dashur. “Një njohje e madhe ë’ bijë e njëi dashurìe”: ndjenjat, nëse të dëlirë, ngë janë të rreme. Kerkoj te zëmbra e njerìut dhe gjej patëmetësì (/ndershmërì), parimësì, e vërtetë dhe kushtin e mundësìsë fizike, psikike, shpirtërore shpëtuese të njëi bote të globalizuame dhe në ndryshim të shpejtë. Për këtë, pikërisht tue vërejtur atje ku duket e zhdukur zëmbra, kërkoj të gjej gjurmën e ndonjëi mundësìe të aftë të bejë të ringjallet lirìa e brëndshme dhe hapja ndaj tjerëvet. Read More...
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Gerbidi e maggesi
E’ trascorso più di un secolo dai forse dimenticati “Moti di Palazzo Adriano”: una sollevazione contadina contro il padronato, motivata dalla ‘pretesa’ d’aumentare la propria quota spettante in grano dal 25% al 30% del raccolto, sollevazione sedata nel sangue. Allora la terra del mio paese dava da vivere ad una popolazione doppia rispetto a quella attuale. Purtroppo però l’inevitabile incremento demografico, dovuto a migliori condizioni igieniche e sanitarie e alla diminuzione della mortalità infantile, produceva una lenta ma continua emigrazione verso ‘il nuovo mondo’.
E’ trascorso più di un secolo dai forse dimenticati “Moti di Palazzo Adriano”: una sollevazione contadina contro il padronato, motivata dalla ‘pretesa’ d’aumentare la propria quota spettante in grano dal 25% al 30% del raccolto, sollevazione sedata nel sangue. Allora la terra del mio paese dava da vivere ad una popolazione doppia rispetto a quella attuale. Purtroppo però l’inevitabile incremento demografico, dovuto a migliori condizioni igieniche e sanitarie e alla diminuzione della mortalità infantile, produceva una lenta ma continua emigrazione verso ‘il nuovo mondo’. Read More...
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Istituiti punti telematici per accedere all'Archivio di Stato albanese
'INIZIATIVA di creare una rete di Punti-Archivio per il mondo albanese, collegati elettronicamente con l'Archivio Centrale di Tirana, è partita alla fine del 2020, anche alla luce delle difficoltà create dalla crisi pandemica, su iniziativa della Direzione Generale degli Archivi d'Albania, guidata dal giovane Direttore generale Ardit Bido e dal suo staff del settore informatico, vista l'impossibilità per studenti, ricercatori e studiosi di utilizzare direttamente le fonti archivistiche in possesso dell'Archivio stesso.
'INIZIATIVA di creare una rete di Punti-Archivio per il mondo albanese, collegati elettronicamente con l'Archivio Centrale di Tirana, è partita alla fine del 2020, anche alla luce delle difficoltà create dalla crisi pandemica, su iniziativa della Direzione Generale degli Archivi d'Albania, guidata dal giovane Direttore generale Ardit Bido e dal suo staff del settore informatico, vista l'impossibilità per studenti, ricercatori e studiosi di utilizzare direttamente le fonti archivistiche in possesso dell'Archivio stesso. Read More...
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Napoli, polo storico di riferimento culturale per il mondo albanese e l’Arbëria
Al via lunedì 20 giugno alle 15,30 nella sede dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale di Palazzo du Mesnil, in via Chiatamone 62, la prima delle due giornate del convegno internazionale “Napoli, polo storico di riferimento culturale per il mondo albanese e l’Arbëria” nel bicentenario della morte di Angelo Masci, intellettuale attivo a Napoli alla fine del ‘700. A lui si deve il “Discorso sull’origine, costumi, e stato attuale della natione Albanese”, pubblicato per la prima volta a Napoli nel 1807.
Al via lunedì 20 giugno alle 15,30 nella sede dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale di Palazzo du Mesnil, in via Chiatamone 62, la prima delle due giornate del convegno internazionale “Napoli, polo storico di riferimento culturale per il mondo albanese e l’Arbëria” nel bicentenario della morte di Angelo Masci, intellettuale attivo a Napoli alla fine del ‘700. A lui si deve il “Discorso sull’origine, costumi, e stato attuale della natione Albanese”, pubblicato per la prima volta a Napoli nel 1807. Read More...
Missiva a Spirlì
Buon giorno Signor Presidente, nella prima settimana dello scorso settembre Lei, in qualità di Vice Presidente della Regione, con la partecipazione di dirigenti di dipartimenti della stessa, dott.ssa Sonia Talarico, dott.ssa M. Antonella Cauteruccio, Dott. Maurizio Nicolai e dott.ssa Francesca Gatto, ha incontrato il CO.RE.MI.L. ed il giorno successivo il direttore della RAI Calabria, dottor Demetrio Crucitti, per gettare la basi ad una Convenzione Ragione-RAI.
Buon giorno Signor Presidente, nella prima settimana dello scorso settembre Lei, in qualità di Vice Presidente della Regione, con la partecipazione di dirigenti di dipartimenti della stessa, dott.ssa Sonia Talarico, dott.ssa M. Antonella Cauteruccio, Dott. Maurizio Nicolai e dott.ssa Francesca Gatto, ha incontrato il CO.RE.MI.L. ed il giorno successivo il direttore della RAI Calabria, dottor Demetrio Crucitti, per gettare la basi ad una Convenzione Ragione-RAI. Read More...
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Recenzione libri: “Viaggio nella Calabria basiliana” di Enzo Cordasco
Continua l'ondata di interesse per gli insediamenti monastici basiliani in Calabria. Proproniamo il libro "Viaggio nella Calabria basiliana" di Enzo Cordasco che offre un itinerario nella Calabria bizantina comprendendo diversi contesti arbëreshë.
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Il progetto e l'evento. Gioacchino, Dante, Michelangelo, Scarpa e i cerchi trinitari
L'architetto-filosofo lungrese, Enzo Mattanò, ha appena pubblicato un importante testo che contribuisce ad inquadrare la centralità della teologia figurativa di Gioacchino da Fiore nel pensiero filosofico occidentale.
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Pubblicato il libro "Il grande sbarco"
Pubblicato per i tipi di Angelo Guerini e Associati S.r.l. il libro "Il grande sbarco" che racconta l'esodo albanese verso l'Italia negli anni 90: dalla prima accoglienza calorosa al rimpatrio. 
Pubblicato per i tipi di Angelo Guerini e Associati S.r.l. il libro "Il grande sbarco" che racconta l'esodo albanese verso l'Italia negli anni 90: dalla prima accoglienza calorosa al rimpatrio.  Read More...

ATTUALITÀ

Giovedì, Novembre 18, 2004 Luigi Boccia Chiesa e Religione 7080
Discorso pronunciato da S.E. il Card. Camillo...
Lunedì, Gennaio 23, 2006 Luigi Boccia Chiesa e Religione 10451
Secondo la tradizione, i territori dell’attuale...

LA LINGUA - GJUHA JONE

Domenica, Novembre 13, 2005 Luigi Boccia Grammatica 22136
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Martedì, Marzo 07, 2006 Pietro Di Marco Aspetti generali 10639
E ardhmja e natës agimi. Ti e prite. E ardhmja e agimit dita e plotë. Ti e rrove. E ardhmja e ditës mbrëmja. Ti u krodhe në të. E ardhmja e mbrëmjes...