Nacque a Ribera (Agrigento) il 4 ottobre 1818, compì i primi studi nel seminario greco-albanese di Palermo, e si laureò in Giurisprudenza nel 1837. L’anno dopo sposò Rosa D’Angelo che morì nel 1840. Nel 1839, Francesco Crispi (1) aveva fondato e diresse poi per tre anni, il giornale “L’ORETEO”. Nel 1844 si presentò a un concorso per la magistratura, riuscendo primo, ma in seguito rinunciò per esercitare l’avvocatura a Napoli. Intanto si occupava di politica, svolgendo idee e propaganda liberali.
Nel 1848 prese parte alla rivoluzione scoppiata a Palermo, e fu membro del Governo Provvisorio. Soffocata da Ferdinando II di Borbone (1810-1859 / penultimo Sovrano partenopeo) la insurrezione, per quattro anni fu esule in Piemonte, svolgendo ricerche storiche e attività pubblicistica. Nel 1853 fu espulso dal Piemonte, e riparò a Malta, dove fondò un altro giornale, “LA STAFFETTA”, e sposò Rosalia Montmasson (1823-1904). Espulso anche da Malta, andò a Londra, dove conobbe personalmente Giuseppe Mazzini (1805-1872), le idee del quale aveva già fatto proprie. Tornò segretamente in Sicilia nel 1859, poi preparò la spedizione nell’isola natia con Rosalino Pilo (1820-1860). Riuscì a convincere il riluttante Giuseppe Garibaldi (1807-1882) a imbarcarsi a Quarto; in Sicilia poi fu Segretario di Stato della Dittatura garibaldina. Nel 1861 fu eletto Deputato alla Camera dei Deputati del nuovo Regno d’Italia, e sedendo nello schieramento di Sinistra, fu oppositore di Camillo Benso di Cavour (1810-1861) e di Bettino Ricàsoli (1809-1880). Il 18 marzo 1865 si staccò definitivamente dal Mazzini, passando alla Monarchia (2), rifiutando però i Gabinetti offertigli dal Ricàsoli e poi da Urbano Rattazzi (3). Il 27 dicembre 1877 fu nominato Ministro dell’Interno: pochi mesi dopo fu accusato di bigamia per aver sposato (solo civilmente) Lina Barbagallo, vivente ancora la Montmasson (4). Nel 1880 presentò anche le sue dimissioni da Deputato, che però furono respinte. Nell’aprile 1887 accettò ancora una volta la carica di Ministro dell’Interno, poi nel luglio dello stesso anno divenne Presidente del Consiglio dei Ministri. Durante questo suo primo Ministero (1887-1889), l’Italia strinse rapporti di maggior amicizia con la Germania del celeberrimo Cancelliere Otto von Bismarck (1815-1898), ottenne il protettorato sul Sultanato di Obbia (5) e il trattato di Uccialli (anno 1889), la formazione della colonia d’Eritrea (anno 1890), il riordinamento della Giustizia amministrativa, la legge sulle Opere Pie. Il 31 gennaio 1891 (6), in seguito al voto contrario espresso dalla Camera dei Deputati, Crispi si ritirò dal Governo, di cui riassunse la Presidenza il 15 dicembre 1893. Durante quest’altro Ministero, ebbe inizio la guerra d’Abissinia, con le prime vittorie del 1894 poi le sconfitte del 1895 (Amba Alagi) e del 1896 (Adua) (7). Nel marzo 1896, di conseguenza, il Governo cadde, e Francesco Crispi (8), ritiratosi dal potere, visse in posizione economica assai precaria, e con una grave infermità agli occhi. Durante la sua attività politica, la sua attenzione si era rivolta soprattutto alla politica estera, dove ottenne importanti successi: in politica interna è da ricordare la lotta da lui iniziata contro il movimento anarchico, un cui aderente, Paolo Lega (1868-1896), gli tirò un colpo di rivoltella a Roma, il 16 giugno 1894. Ebbe a fronteggiare lo scandalo della Banca Romana (anno 1893), favorì il risparmio, fu costretto ad aumentare gli aggravi fiscali e a svolgere una politica autoritaria. Represse inesorabilmente i tumulti operai (intrisi di un latente nichilismo ben “oliato” dai loro capi) sorti nell’Italia meridionale. Il primo grande Statista arbëresh si spense a Napoli il 18 agosto 1901 (9). Un’ultima e doverosa riflessione. Nonostante fosse condizionato da una Italia risorgimentale ancora troppo vicina alle sue origini, l’illustre cittadino di Ribera ebbe, seppure in maniera appena percettibile, anche la tempra e l’abilità dell’anticipatore di eventi, sforzandosi altresì di intuire e comprendere le mutate condizioni internazionali e quanto, sia pure confusamente, si agitava nell’animo del popolo italiano.
ANNOTAZIONI /
(1) – Il padre si chiamava Tommaso, ricco commerciante e quotatissimo amministratore terriero. Originario di Palazzo Adriano (una comunità siciliana arbëreshe), impalmò Giuseppina Genova (nativa della vicina Caltabellotta) che gli diette bel sette figli. Il nostro Francesco era il secondogenito.
(2) – A proposito della inaspettata ma sincera adesione di Crispi all’Italia di Vittorio Emanuele II (1820-1878), il grande patriota arbëresh della Trinacria diede una ulteriore testimonianza del suo pensiero anche dopo la caduta (marzo 1896), allorché a Palermo, in uno dei suoi infervorati discorsi, ebbe a stigmatizzare: «Contro i faziosi della reazione, contro i settari dell’anarchia, noi dobbiamo stringerci fedeli difensori della Monarchia illiro-sabauda che simboleggia la indissolubilità della Patria!».
(3) – Bisnonno paterno del primo marito (Urbano) di Susanna Agnelli (1922-2009), nipote del fondatore della FIAT.
(4) – L’unica donna ad aver avuto il temerario “privilegio” di partecipare alla spedizione dei Mille. La sua unione con Crispi venne “siglata” con il solo rito religioso.
(5) – Forse non tutti sanno che il 5 febbraio 1886, con lo sbarco di 800 bersaglieri a Massaua, sventolava (per la prima volta in terra d’Africa) il Tricolore italiano con lo Stemma dei Savoia.
(6) – Nove giorni prima, il 22 gennaio, vedeva la luce un altro famoso arbëresh: Antonio Gramsci. Agli sgoccioli, quindi, del secondo Governo crispino.
(7) – L’ultimo soldato italiano (un romagnolo di nome Pini), reduce della terribile disfatta di Adua, moriva nel 1974 alla biblica età di centotre anni!
(8) – Patriota sincero, rivoluzionario indomito e prestigioso uomo politico, Francesco Crispi fu ben quattro volte Capo di Governo durante il Regno di Umberto I (1844-1900 / secondo Sovrano d’Italia).
● Primo Ministero: dal 7 agosto 1887 al 9 marzo 1889 /
● Secondo Ministero: dal 9 marzo 1889 al 6 febbraio 1891 /
● Terzo Ministero: dal 15 dicembre 1893 al 14 giugno 1894 /
● Quarto Ministero: dal 14 giugno 1894 al 5 marzo 1896.
(9) – Il 6 marzo 1997, nel corso di una accesissima puntata della trasmissione televisiva “MOBY DICK” (imperniata sulle tragiche vicende politico-finanziarie dell’Albania di Salì Berisha e condotta da un certo ……. Michele Santoro), uno degli ospiti in studio menziona le lontane origini shqipëtarë di Francesco Crispi e Antonio Gramsci. Bene, a distanza di sedici anni, noi Arbërsehë ringraziamo ancora di cuore l’ottantaseienne Enzo Bettiza, un grande italiano: giornalista, Senatore in quota Partito Liberale Italiano (1976-1979), Parlamentare a Strasburgo (1979-1994) e scrittore di razza, per aver avuto la sensibilità e l’onestà intellettuale di ricordare (a tutti gli immemori del nostro Italico Stivale) due giganti della politica e della cultura d’Italia!
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