L'architetto-filosofo lungrese, Enzo Mattanò, ha appena pubblicato un importante testo che contribuisce ad inquadrare la centralità della teologia figurativa di Gioacchino da Fiore nel pensiero filosofico occidentale.
I Cerchi trinitari costituiscono una sottile ricapitolazione della teologia figurativa di Gioacchino da Fiore le cui due principali peculiarità iconiche restano disattese dagli addetti ai lavori delle diverse discipline. Con il che una delle figure principali del liber Figurarum viene di fatto disinnescata e l'intero corpo della meditazione ante-teoretica e teologale dell'abate calabrese dirottato, per essere accuratamente sussunto a l'impianto metafisico de l'episteme occidentale. Quali siano le peculiarità figurative dei Cerchi trinitari [Tav. XI del Codice reggiano] lo dice Dante negli ultimi versi della Divina Commedia: sono la contraddizione comportata dal carattere aporetico del loro intreccio e l'abissalità del fondamento impressa dall'effigie del crocifisso all'eventuarsi storico dell'Essere di Dio. Si tratta dei medesimi connotati dell'Evento (l'Ereignis) rinvenibili nella fase costituente progettuale del venire a l'Essere dell'arte e dell'architettura. Solo Vom Ereignis, cioè a partire da l'Ereignis, è possibile cogliere il portato radicalmente me-ontologico della citazione dantesca di Gioacchino agita da Carlo Scarpa nel complesso monumentale Brion.