“Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi,
altri che lottano un anno e sono più bravi,
ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi,
però ci sono quelli che lottano tutta la vita:
essi sono gli indispensabili”.
Bertolt Brecht
Il tempo scorre inesorabilmente, i modi di vita cambiano sempre più rapidamente, poche cose permangono, così come i sentimenti, forse perché sanno di eternità. E il “sentimento del ricordo”, anche se in modo diverso da individuo a individuo, vive sempre in ognuno.
Ogni volta che, nella mia mente, tornano le immagini di quella primavera, di un tempo ormai distante, quando andavo a scuola di catechismo per prepararmi alla Prima Comunione, rivedo quell’uomo con la barba, vestito di nero e il suo dolce interminabile sorriso, quando ci narrava, servendosi di alcune diapositive, la vocazione Shën Palit (di Saulo di Tarso). Tutti restavamo affascinati da quella storia, ma soprattutto eravamo incantati dal suo modo di raccontarla e da ciò che, Zoti i Madh (Il Sacerdote Grande), ci trasmetteva sulla vëllamia (fratellanza). Invero è che solo chi vive determinate passioni può trasmetterle senza falsità agli altri. Solo chi vive nella carità può donare l’amore. Quell’amore che Lui, Padre Giovanni Capparelli, ha donato, senza condizioni, a tutti, indistintamente! Sempre paziente, continuamente presente e disponibile, felice del successo altrui, e, soprattutto, umile.
Zoti i Madh, il quale aveva coniato lo slogan, bashkë jemi më shumë (insieme siamo di più), era il padre di tutti e il servo di ciascuno. Non dimentichiamolo, mai!
Si potrebbero raccontare tanti aneddoti riguardo le buone opere di Zoti Capparelli, ma è sufficiente ricordare quando in un freddo giorno d’inverno, a una persona più giovane di lui donò il suo mantello e, sicuramente, nonostante il gelo, in quel frangente qualche mandorlo sfiori.
A volte addolora sentire delle dicerie sulla sua figura - per carità, anche lui era un uomo con pregi e difetti - e in tali circostanze mi rimbombano sempre le parole di William Shakespeare che ha messo in bocca a uno dei suoi più famosi personaggi: “Il male che gli uomini compiono si prolunga oltre la loro vita, mentre il bene viene sepolto insieme alle loro ossa”.
Mi sono permesso di scrivere, tentando di emulare la sua particolare cadenza nel raccontare, queste poche parole, solo per ricordare che il bene che l’Archimandrita Giovanni Capparelli ha seminato vive ancora e che Lui avendo lottato una vita per gli altri e non per se stesso, era e rimane un indispensabile!
“Gjaku im është gjaku yt,
shpirti im është shpirti yt”.
(“Il mio sangue è il tuo sangue,
la mia anima è la tua anima.”)
Lucio Franco Masci