Eonìa i mnìmi aftù – Eterno sia il suo ricordo. Sono trascorsi già quattro anni dalla morte del Padre Archimandrita Giovanni Capparelli (1920-2005), parroco di Santa Sofia d’Epiro dal 1944 al 2005, anno in cui fu accolto nel seno di Abramo, nel Paradiso celeste, dove incessante è la gloria al cospetto di Dio Padre. Una figura sacerdotale in piena coerenza col ministero affidatogli, una rarità di pastore, come ne abbiamo visto ben pochi nel corso della storia.
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Buono e dal polso duro quando era necessario, zoti Capparelli ha portato la nostra comunità in posizioni elevate, costituendola punto d’eccellenza dei pesi arbëreshë, migliorando in essa la società e la cultura, attraverso il suo operare costante e paziente. La sua figura era dolce, il suo viso bianchissimo, candido. La sua barba era tutta bianca e luccicante, un uomo libero dalle passioni, in lui si vedeva la stessa virtù materializzata. Lo si sarebbe detto: un uomo senza corpo. Trascorse tutta la vita a predicare il Vangelo di Nostro Signore, praticando le virtù in esso contenute. Il suo insegnamento per noi che lo abbiamo conosciuto è sempre vivo, mi viene in mente la frase che gli piaceva più delle altre e che soleva ricordare spesso: bashkë jemi më shumë – uniti siamo più forti, ma nella traduzione italiana perde di significato. Finalmente sono stati posti i marmi nella sua urna funeraria e presto sarà anche realizzato il mosaico che riproduce il suo volto e quindi sarà completata. Il 20 gennaio nella chiesa di Sant’Atanasio sarà celebrata la liturgia in suffragio e nel corso del 2009 ci saranno diverse iniziative in suo ricordo. Caro zoti, quando vivevi in questa comunità pregavi sempre Dio perché essa si fortificasse. Anche ora che stai al cospetto del Padre, non cessare con le tue preghiere di custodirla.
Grazie, o Dio, per avercelo fatto conoscere. Luigi Francesco Godino