Zoti TrupoQuesta mattina, all’alba, ha terminato il suo percorso terreno papàs Antonio Trupo, parroco emerito di Civita. Da tempo affaticato a causa di diversi problemi di salute, è stato lucido e presente sino alla fine della sua esistenza.

Zoti Antonio è stato un sacerdote straordinario. Ha vissuto la sua missione con enorme intensità, valorizzando al massimo il suo carisma al servizio delle comunità di cui è stato pastore (Marri, Santa Sofia e Civita). Amato da tutti, è stato un sacerdote moderno nello spirito e nelle azioni. Di forte intraprendenza e capacità operativa, ha rivolto intensa attenzione agli edifici sacri di cui è stato via via responsabile contribuendo in modo significativo alla loro ristrutturazione secondo i canoni delle chiese orientali.

A renderlo speciale, però, sono state altre e ben più profonde caratteristiche. In primo luogo, Zoti Antonio ha sempre cercato di anteporre il pensiero all’azione, qualità questa non comune. Ha agito, cioè, cercando costantemente di inquadrare e di non perdere di vista il fine ultimo della sua missione e del suo agire. Ecco, allora, che l’edificazione di una chiesa o un nuovo mosaico diventavano una occasione per rafforzare le radici religiose e culturali della comunità ma anche per rendere viva la sua parrocchia. Perseguiva questi obiettivi mantenendo sempre una grande vocazione all'ascolto, anche questa dote non ovvia. Prima di commissionare un affresco, ad esempio, si confrontava in maniera aperta con più persone cercando stimoli e supporto. Diceva apertamente di voler “prendere consiglio”, di essere pronto ad ascoltare. Era questa un’attitudine di straordinaria qualità che richiede fermezza e umiltà titaniche. La fermezza Zoti Antonio la coltivava nello studio a cui non si negava mai e che lo ha accompagnato per tutta la sua esistenza. L’umiltà era, invece, un suo tratto caratteriale innato che gli permetteva di vivere tra la gente e per la gente. Gli era chiaro, infatti, che, come sacerdote, doveva badare al suo gregge ben oltre i confini fisici degli edifici sacri, curando molteplici aspetti, non solo quelli religiosi. Si muoveva all’interno della sua comunità individuando le situazioni di disagio e cercando di porvi rimedio. Finchè ha potuto, è stato un assiduo frequentatore dei bar dove era solito giocare a carte. Non si trattava di un vizio, evidentemente, ma di una chiara azione pastorale che certamente lo dilettava ma che gli permetteva anche di individuare, in un contesto non canonico, emergenze che difficilmente gli sarebbero state note al chiuso della sua parrocchia. Zoti entrava, infatti, nelle case dei suoi parrocchiani con assiduità, portandovi conforto spirituale e, spesso, anche materiale.
Come sacerdote dell’Eparchia di Lungro, sapeva bene quanto l’essenza stessa della nostra Eparchia sia collegata alla cultura arbëreshe e, di conseguenza, si impegnava continuamente per sostenerla. Ha curato o finanziato diverse pubblicazioni che riguardavano la storia di Civita e non solo. Cercava, anche guardando alla vita dell’Eparchia, livelli superiori di astrazione che potessero essere utili a tracciare percorsi evolutivi.
La sua figura lascia certamente un grande vuoto nella comunità di Civita e in tutta l’Eparchia di Lungro. Il suo modo non convenzionale di porsi e il suo zelo pastorale dovrebbero essere non solo ricordati ma presi come modello. Le nostre comunità hanno tutte estremo bisogno di figure come quelle di Zoti Antonio e del suo essere sacerdote.

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