zoti_50_052.jpgQuando ormai tanti anni fa una delegazione della nostra Parrocchia, me compreso, si recò a Lungro dal Vescovo Stamati per sollecitare un sacerdote per la nostra comunità, essendo allora don Francesco Camodeca anziano, ricevemmo una affettuosa accoglienza e una promessa da sua Eccellenza.

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zoti_50_053.jpgEgli al termine dell'incontro proprio sul portone dell'Episcopio, dove con semplicità e con partecipazione emotiva ci salutava, esclamò : "...non preoccupatevi! ...a Civita io farò per davvero un bel regalo!". Egli aveva chiaro in mente il suo progetto, noi invece restammo nel buio più totale sul nome del nostro prossimo pastore, ma fiduciosi. Dopo non molto tempo da quel incontro venne assegnato alla nostra Parrocchia, papas Antonio Trupo.

Egli venne a Civita nel giugno del 1986, dopo essere stato 21 anni parroco a Marri di San Benedetto Ullano e 6 anni vice parroco di quel grande sacerdote, che è stato papas Capparelli, a Santa Sofia.

Chi aveva dimestichezza con le cose della nostra Eparchia, non poteva non conoscere don Antonio ed il suo impegno di pastore accorto, colto e intraprendente. Non solo a me, divenuto subito suo amico e modesto suo collaboratore, ma a tutti i membri di quella storica delegazione credo siano tornate alla mente le espressioni del Vescovo Stamati. Oggi a distanza di anni ritengo che veramente la nostra Comunità debba essere felice del dono della presenza di papas Antonio, dell'uomo e del ministro di Dio, che stiamo festeggiando per i suoi cinquanta anni di sacerdozio.

Egli giunse tra noi in punta di piedi, accompagnato dall'affetto dei suoi precedenti parrocchiani dispiaciuti nel vederlo partire e accompagnato da una splendida fama : infatti, chi lascia soprattutto forte eredità di affetti poteva forse non essere una persona da volere bene e da stimare?

Animo sensibile nonché disponibile ad ascoltare gli altri; solo apparentemente timido, ma tenace dentro di sé e sicuro delle proprie convinzioni; gentile nei tratti, umile nel cuore, deciso davanti ad un progetto sia esso piccolo sia esso ambizioso. Con tali premesse, suffragate e potenziate dalla fede, avrebbe subito conquistato i suoi nuovi parrocchiani.

Infatti, immediata e spontanea è stata l'integrazione di don Antonio qui a Civita; egli è stato aiutato dal suo vivere la missione pastorale in maniera esemplare e a tutto tondo, dal suo agire fattivo e propositivo, dal suo sentire che è ricco e disinteressato, dalla suo totale servizio verso Cristo e la Chiesa.

zoti_50_042.jpgIo credo che il carisma più evidente di don Antonio sia stato quello del "costruttore". Anche San Francesco d'Assisi iniziò la sua missione edificando materialmente con le proprie mani la chiesa diruta di Cristo. Don Antonio si è impegnato ad edificare di sana pianta a Marri la prima chiesa nuova e moderna di forma bizantina nella nostra Eparchia. Quello che ha messo in moto a Civita è poi prodigioso e si mostra sorprendente ai nostri occhi, riempiendoli di meraviglia e di orgoglio. La Chiesa di Santa Maria Assunta, consegnataci dai padri già bella e maestosa, è divenuta un monumento adesso ancora più ammirato : essa si è innalzata a testimonianza concreta e mistica dell'arte orientale bizantina, la quale si è integrata con estrema disinvoltura ed originalità alle strutture, ai canoni ed ai metri dell'occidente latino. Ma la sua attività di "costruttore" della casa del Signore non si è fermata nel miglioramento strutturale ed estetico della nostra Chiesa matrice, egli ha restaurato, inoltre, in modo mirabile l'antica cappella della Madonna della Consolazione, che si trova nel cuore del centro storico più antico di Civita, restituendola ai fedeli più graziosa e consona alle celebrazioni.

Ma la "Chiesa di Cristo" non è fatta solamente di mattoni e di dipinti, di calce e di icone, di tegole e di mosaici, Essa è costituita soprattutto dagli uomini, la cui cura papas Antonio non ha mai trascurato. Egli ha vissuto non occasionalmente con noi parrocchiani, bensì ha impegnato sempre le ore della sua giornata intensamente tra di noi e quotidianamente per noi membri della vera Chiesa di Cristo.

Egli è stato un educatore colto e apprensivo a scuola, nelle case, per strada, al bar, ovunque. Ha sentito il bisogno tra l'altro di produrre dei testi per i fedeli, ma anche per i visitatori numerosi che giungendo a Civita entrano a visitare la nostra Chiesa, sempre volutamente provvidenzialmente aperta. A tutti ha dedicato il suo tempo con pazienza, con entusiasmo e con competenza. Non ha mai amato esibizionismi fini a se stessi di cultura formale, ma al contrario ha saputo regalare il suo sapere nelle circostanze più varie e nei momenti più opportuni con naturalezza e con saggezza. Ha inteso alimentare la nostra tradizione con il cibo della cultura in senso lato, come ha saputo aprirsi alla innovazione del reale che incombe con l'intelligente supporto della lezione della storia.

Egli, responsabile diocesano della Caritas, è stato un operatore sociale sensibile e proficuo, attento a chi aveva davvero bisogno : senza clamore come nello stile dell'uomo e del religioso le sue iniziative sono state qualificate e numerose. Ma papas Antonio è stato altresì presente e partecipe alla vita quotidiana del paese, quasi sempre portando con sé suggerimenti, consigli ed esperienza. Il suo bagaglio intellettivo è apparso in ogni occasione adeguato alle necessità, perché la sua persona è stata guidata da mente aperta, da senso del dovere, da spirito di servizio, tratti tutti questi che molte volte hanno anche preteso più delle forze che il corpo stesso potesse dare.

Io credo e sono sicuro, se chiedessi a qualunque dei parrocchiani di venire a prendere il mio posto in questo momento, che nessuno sarebbe in difficoltà nel raccontare qualcosa su don Antonio, perché intensi sono stati questi ventidue anni trascorsi da lui a Civita, così come intensi erano stati i suoi anni a Santa Sofia ed a Marri di San Benedetto Ullano.

Io intenzionalmente non ho voluto ricordare fatti episodi ricordi personali e pubblici, soprattutto perché ho rispetto del ruolo unico del nostro papas, che è stato nostra guida morale e spirituale. Ritengo, comunque, di avere colto l'essenza vera dell'uomo di Dio, il quale ha accompagnato attraverso questi lunghi anni tutti noi civitesi nelle nostre gioie e nei nostri dolori, nelle nostre felicità e nelle nostre sofferenze.


I cinquanta anni di sacerdozio di papas Antonio, augurando a lui nel contempo tanti e tanti altri anni di vita, costituiscono un tesoro prezioso e un esempio mirabile. Alla comunità di Civita è toccata per certo una buona sorte, perché coscientemente o inconsciamente essa può conservare gemme luminose di questo tesoro e può avvalersi dell'edificazione morale di questo esempio. La parrocchia di Santa Maria Assunta in Civita è stata privilegiata per avere usufruito del servizio religioso e umano di don Antonio. La gente del nostro paese, sia essa credente o non, deve esprimere un grazie, un grazie senza aggettivi a questo uomo, ora canuto, ora magari anche fisicamente sofferente, ma senza dubbio buono, dignitoso e coraggioso. Un autentico cristiano.


Non senza commozione, giunga a lui una riconoscenza grande, mia personale e di tutta la comunità di Civita; ...non senza emozione esprimo a lui l'augurio che resti ancora per lungo tempo e in salute tra noi per celebrare le sante liturgie, per predicare la santa parola del Vangelo, ...ma contemporaneamente per continuare a giocare a carte al bar, per continuare a passeggiare in piazza ascoltando da lui, nei modi gentili suoi propri, consigli, suggerimenti e supporto morale anche nella lingua arbëreshe dei nostri padri.


Papas Antonio Trupo, grazie e auguri! ...Të rrofësh mirë e me shëndet!

 

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