Proteste dei fedeli contro il Vescovo di Piana (Giornale di Sicilia - 9 ottobre 2016)
Alla manifestazione di protesta in piazza San Nicola hanno partecipato circa cento persone. Tra le accuse mosse nei confronti del vescovo Gallaro anche quella di non conoscere la lingua greca.
Leandro Salvia PIANA DEGLI ALBANESI ••• «Arbëreshë» in piazza contro la latinizzazione dell'Eparchia di rito grecobizantino e contro il vescovo di Piana degli Albanesi Giorgio Gallaro. Ieri mattina erano circa un centinaio i fedeli che, poco prima delle 9, si sono dati appuntamento in piazza San Nicola, davanti alla sede episcopale. Una protesta pacifica ma decisa che però sembra non aver trovato conferma nel numero dei partecipanti. Pochi rispetto alle attese della vigilia. Nonostante la presenza di un pullman proveniente dalla conca, tedrale di San Nicolò dei Greci alla Martorana di Palermo e di delegazioni di Mezzojuso, Santa Cristina Gela, Contessa Entellina e Palazzo Adriano. «Stiamo assistendo alla latinizzazione dell'eparchia», fa notare Giusi Schirò che, insieme ai professori Giuseppe Schirò Di Maggio e Giuseppe Schirò Di Modica, ci spiega le ragioni della protesta. «La tradizione di Piana si regge sul rito e sulla lingua liturgica. Da un anno sentiamo pontificali in italiano. Il vescovo ha tagliato intere parti del rito della Settimana Santa. E non indossa i paramenti della tradizione che caratterizzano il nostro essere minoranza etnica». Tra le accuse mosse a Gallaro anche la «mancata conoscenza della lingua greca», indispensabile nel rito bizantino. A detta del professor Zef Chiaramente ci sarebbe inoltre in atto «un complotto internazionale». Ma ad animare la protesta non ci sono solo questioni di ortodossia liturgica. Al centro della contesa sembra ci sia anche la gestione economica legata all'ingente patrimonio immobiliare dell'Eparchia. In piazza ieri c'era anche il personale della locale Confraternita di Misericordia, destinatari di un provvedimento di sfratto dai locali di via Giorgio Kastriota. «Il vescovo ci aveva promesso che avrebbe risolta la vicenda fa notare Giorgio Riolo della Confraternita ci è invece arrivato l'ordine di restituire i locali». A replicare a tutti è il vicario generale, l'archimandrita Antonino Paratore: «Non c'è nessuna direttiva che danneggia l'identità del rito bizantino né l'etia albanese. ll vescovo ha a cuore le tradizioni orientali, come dimostrato in occasione del recente convegno di studi che ha visto la partecipazioni di diversi esponenti del clero orientale di più parti d'Europa. Credo, invece, che queste manifestazioni di protesta allontanino i nostri giovani... Nei giorni scorsi i fedeli in rotta con Gallaro hanno inviato anche un telegramma alla Sede Apostolica Vaticana, chiedendo «un urgentissimo intervento». A nominare don Giorgio Gallaro, nel marzo dello scorso anno e dopo due anni di veleni e veti incrociati, è stato Papa Francesco. E proprio a Roma si starebbe da tempo discutendo di riunire tutti i fedeli di rito bizantino sotto un'amica Chiesa metropolitana «sui iuris», che accorperebbe italo-albanasi, ucraini, rumeni e polacchi. Nonostante le proteste in difesa di tradizioni, riti e calendari liturgici differenti. LEAS