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- Scritto da Paolo Mencacci
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Riusciti vani gli attentati diplomatici contro la
fermezza del Re Ferdinando II, faceva d'uopo ai settarii ricorrere a
mezzi più speditivi, risoluti come erano di liberarsi ad ogni costo
della molesta presenza di quel grande Monarca; si ricorse perciò al
ferro dell'assassino. L'8 Dicembre 1856, festa dell'Immacolata
Concezione, Ferdinando II Re di Napoli aveva assistito alla santa Messa
insieme colla Famiglia Reale, con tutti gli alti funzionari, e 25000
uomini di ogni arma. Dopo la Messa, le milizie presenti vennero passate
in rivista. Re Ferdinando presiedeva allo sfilare delle truppe, quando
un giovine soldato, di nome Agesilao Milano, uno degli insorti
di Calabria nel 1848, amnistiato nel 1852 ed entrato nell'esercito con
carte false, uscì dalle file e lanciossi sul Re avventandogli un colpo
di baionetta.
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Skanderbeg, nacque nel 1405 (la data è incerta) da una delle famiglie più importanti dell'Albania feudale dell'epoca, quella dei Castriota. Il nome di battesimo impostogli fu Giorgio, quindi, prima che gli straordinari eventi che racconteremo più avanti lo affidassero ai posteri come Skanderbeg, egli si chiamava "Gjergj Kastrioti". ll padre, Giovanni Castriota era signore di Kruja, e intratteneva stretti rapporti di amicizia con la Repubblica di Venezia. All'epoca la piccola Albania era una zona strategicamente importante, era la terra di confine con il pericoloso impero turco che regolarmente tentava di espandersi a occidente, con l'ambizione di invadere i balcani, l'Italia e naturalmente Roma. Giovanni Castriota, per anni aveva contrastato l'avanzata degli Ottomani, contando anche sull'appoggio della Serenissima, ma arrivò anche per Kruja il momento terribile della resa. Il Sultano Murat pretese un ingente tributo e la consegna dei suoi quattro figli maschi. Così all'età di 9 anni (ancor più piccolo secondo alcune fonti) Giorgio Castriota fu allontanato dalla sua famiglia e dal mondo cristiano.
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- Scritto da Antonina Zhelyazkova
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Gli anni fino al 1468, quando Skanderbeg morì, furono carichi di tensione, con un susseguirsi incessante di battaglie e di missioni diplomatiche all'estero. Nel 1463, tratto in inganno dall'intenzione del Papa, di Venezia e di altri stati italiani e dell'Europa centrale che avevano mostrato l'intenzione di organizzare una crociata contro l'Impero Ottomano, Skanderbeg ruppe il trattato di pace con Mehmed II. La crociata promessa non venne mai organizzata e le terre Albanesi furono soggette ad una sistematica devastazione.
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- Scritto da Luigi Boccia
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La battaglia di Ujëbardha (Acque-bianche, conosciuta anche come Battaglia di Albulena) è stata combattuta il 2 Settembre 1457 tra le forze Epirote comandate da Skanderbeg e le truppe dell’esercito Ottomano. La battaglia di Ujëbardha è da considerarsi la più importante vittoria in campo aperto del re Epirota contro gli Ottomani. L’armata albanese di circa 15 mila soldati si è scontrata con la spedizione ottomana di 70 mila uomini sul campo di Ujëbardha, località posta a metà strada tra Lezhë e Krujë.
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