Si commemora domani, sabato 18, la giornata degli "invisibili", l'appuntamento religioso più caratterizzante, partecipato e sentito negli stanziamenti albanesi di confessione cattolica ma ancora legati alle tradizioni della Chiesa orientale di rito bizantino. Una commemorazione nel corso della quale si accentua, ancora di più della ricorrenza latina del due novembre, il legame costante con chi ha lasciato questo mondo per sempre.
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Da sabato 18 febbraio 2006, sul settimanale a diffusione regionale Mezzoeuro, che si pubblica a Rende, con cadenza mensile e per un anno, uscirà una pagina intera dedicata agli arbëreshë ed alle altre minoranze grika ed occitana presenti in Calabria. Si tratta di un esperimento che potrà continuare nel futuro soltanto se l'editore rileverà un interesse da parte dei lettori. Chi vuole potrà collaborare inviando foto, articoli, disegni, notizie ecc. all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. La rubrica è curata da Gianni Belluscio & Nicola Bavasso.

 

 

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Foto di J. Fusca «Kodra est le primitif d’une nouvelle civilitation», ossia “il primitivo di una nuova civiltà”. Così Paul Eluard definiva il maestro Ibrahim Kodra (Foto di J. Fusca) nel lontano 1946 sulle pagine de “L’Unità”, ben interpretando quella che poi sarebbe stata la vicenda artistica e umana di colui che in futuro sarebbe diventato uno dei punti di riferimento mondiali di tutto il panorama legato all’arte del Novecento.
La triste notizia della sua morte, avvenuta martedì mattina 7 febbraio nella sua casa milanese sita al n°2 di piazzale Lagosta, lascia un vuoto incolmabile nella sfera affettiva dei suoi tanti amici e sul versante della scena artistica internazionale.
I funerali del maestro dovrebbero svolgersi lunedì 13 febbraio 2006; fino ad allora la salma resterà esposta nella sua abitazione.

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 Skanderbeg, nacque nel 1405 (la data è incerta) da una delle famiglie più importanti dell'Albania feudale dell'epoca, quella dei Castriota. Il nome di battesimo impostogli fu Giorgio, quindi, prima che gli straordinari eventi che racconteremo più avanti lo affidassero ai posteri come Skanderbeg, egli si chiamava "Gjergj Kastrioti". ll padre, Giovanni Castriota era signore di Kruja, e intratteneva stretti rapporti di amicizia con la Repubblica di Venezia. All'epoca la piccola Albania era una zona strategicamente importante, era la terra di confine con il pericoloso impero turco che regolarmente tentava di espandersi a occidente, con l'ambizione di invadere i balcani, l'Italia e naturalmente Roma. Giovanni Castriota, per anni aveva contrastato l'avanzata degli Ottomani, contando anche sull'appoggio della Serenissima, ma arrivò anche per Kruja il momento terribile della resa. Il Sultano Murat pretese un ingente tributo e la consegna dei suoi quattro figli maschi. Così all'età di 9 anni (ancor più piccolo secondo alcune fonti) Giorgio Castriota fu allontanato dalla sua famiglia e dal mondo cristiano.

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SkanderbegBattleGli anni fino al 1468, quando Skanderbeg morì, furono carichi di tensione, con un susseguirsi incessante di battaglie e di missioni diplomatiche all'estero. Nel 1463, tratto in inganno dall'intenzione del Papa, di Venezia e di altri stati italiani e dell'Europa centrale che avevano mostrato l'intenzione di organizzare una crociata contro l'Impero Ottomano, Skanderbeg ruppe il trattato di pace con Mehmed II. La crociata promessa non venne mai organizzata e le terre Albanesi furono soggette ad una sistematica devastazione.

thumb_Skanderbeg.jpg La battaglia di Ujëbardha (Acque-bianche, conosciuta anche come Battaglia di Albulena) è stata combattuta il 2 Settembre 1457 tra le forze Epirote comandate da Skanderbeg e le truppe dell’esercito Ottomano. La battaglia di Ujëbardha è da considerarsi la più importante vittoria in campo aperto del re Epirota contro gli Ottomani. L’armata albanese di circa 15 mila soldati si è scontrata con la spedizione ottomana di 70 mila uomini sul campo di Ujëbardha, località posta a metà strada tra Lezhë e Krujë.

 

 

 

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Si è tenuta dal 18 gennaio al 4 febbraio scorso, presso la Biblioteca Casanatense di Roma, la mostra pannellare curata da Pierfranco Bruni dal titolo “Arbëreshë. Cultura e civiltà di un popolo”.
Introdotta dalle più alte cariche del mondo culturale del Ministero e alla presenza degli organi d’informazione maggiori (Rai, Sky24, Corriere della Sera, Il Messaggero, ecc.), la mostra ha proposto al vasto e qualificato pubblico presente in sala un "viaggio" culturale alla riscoperta delle identità italo-albanesi, con la Calabria al centro della discussione a giocare un ruolo di primaria importanza.

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E ardhmja e natës agimi. Ti e prite. E ardhmja e agimit dita e plotë. Ti e rrove. E ardhmja e ditës mbrëmja. Ti u krodhe në të. E ardhmja e mbrëmjes...