Gentile Dottor Romano,
non so se Lei ha avuto il piacere di conoscere il grande pittore, di origine Albanese e Italiano d'adozione, Maestro Ibrahim Kodra, che ci ha lasciati il giorno 7 febbraio u.s.; se non lo ha conosciuto, sono certo che, senz'altro, ne avrà sentito parlare, soprattutto per il suo grande talento artistico, che gli permise di guadagnare importanti riconoscimenti in tutto il mondo.
Ma non è di questo che voglio scrivere, anche perchè mi mancherebbe la necessaria competenza, quanto sottolineare la grande umanità di un “Uomo” che ha saputo - a modo suo - essere un punto di riferimento della Diaspora albanese nel mondo.
Nella foto: particolare dell’opera “entrata in paradiso” cm. 40X50 gennaio 2005 (foto: Domenico Blaiotta)
. non so se Lei ha avuto il piacere di conoscere il grande pittore, di origine Albanese e Italiano d'adozione, Maestro Ibrahim Kodra, che ci ha lasciati il giorno 7 febbraio u.s.; se non lo ha conosciuto, sono certo che, senz'altro, ne avrà sentito parlare, soprattutto per il suo grande talento artistico, che gli permise di guadagnare importanti riconoscimenti in tutto il mondo.
Ma non è di questo che voglio scrivere, anche perchè mi mancherebbe la necessaria competenza, quanto sottolineare la grande umanità di un “Uomo” che ha saputo - a modo suo - essere un punto di riferimento della Diaspora albanese nel mondo.
Nella foto: particolare dell’opera “entrata in paradiso” cm. 40X50 gennaio 2005 (foto: Domenico Blaiotta)
In particolare, credo che sia doveroso sottoporre all’attenzione dei suoi lettori che:
a) ha sensibilizzato l'opinione pubblica italiana sulla questione degli Italo-Albanesi (un nutrita percentuale di popolazione italiana di origine albanese - comunemente chiamati arberesh - insediati prevalentemente nel mezzogiorno d'Italia, i quali rischiavano di scomparire nell'oblio inghiottiti dai problemi strutturali del mezzogiorno;
b) è stato ancora più incisivo quando intervenne pubblicamente a favore dei fratelli Albanesi che chiedevano, dopo la caduta del regime, di condividere le ricchezze degli occidentali;
c) non ha mancato, in questi ultimi tempi, di richiamare l'attenzione dell’opinione internazionale verso la sua Patria – l’Albania - affinché questa potesse far parte – di diritto - della Comunità Europea;
d) ha urlato con tutta la sua forza per chiedere "Paqe ne Kosove" (pace in Kossovo) affinché si ponesse fine al genocidio - a quel tempo in atto - nei confronti delle popolazioni albanesi del Kossovo;
e) ha aderito senza alcuna remora quando gli è stato proposto dalla “Caritas Ambrosiana” di raccogliere fondi a favore dei profughi Kossovari all’iniziativa “Per un’alba nuova in Kossovo” realizzando all’uopo un’opera.
Per quanto sopra evidenziato, che è solo uno spaccato non esaustivo dell’uomo Kodra, e certo di interpretare il pensiero di tutta la comunità Albanofona d'Italia (che nel momento ufficiale delle esequie ha mancato di far sentire la propria voce), vorrei chiederle, cortesemente, di pubblicare - se le sarà possibile e per un doveroso tributo da rendere alla memoria del Maestro IBRAHIM KODRA - il testo che troverà qui di seguito.
La scomparasa del Maestro ha chiuso un capitolo importante dell'arte contemporanea e, in particolar modo, lascia un vuoto incolmabile all'interno delle comunità "arberesh" che - grazie al compianto Lino Mitidieri - ebbero la fortuna di apprezzare la sua grande generosità.
LA BESA ALBANESE
E' SORTO IL SOLE IN CALABRIA,
SI APRIRONO I CIELI CON VIOLENZA
MOSTRANDO LE CAMPAGNE CON FIORI IN BOCCIO,
GLI ARBERESH SI SONO MERAVIGLIATI
PER LA BELLEZZA DELLA NATURA
PERCHE' SEMPLICE E LIBERA COME LORO,
CHE SI ESPRIMONO COL CUORE E CON LA GIOIA DEL VOLTO.
IN QUEL MOMENTO STRAORDINARIO
SI E' APERTO SUBITO IL CIELO:
UNA GRANDE AQUILA
VOLANDO PER CONQUISTARE TUTTA LA TERRA,
APRI' LE SUE ALI,
COPRENDO IL KOSOVO E LA CALABRIA,
LA PIANA DI PALERMO
E L'ALBANIA.
LI PROTEGGEVA NEL SUO CUORE
AFFINCHE’ FOSSERO UNITI COME SEMPRE,
PERCHE' HANNO LASCIATO NELLA STORIA
ONORE E GLORIA.
VERSO SERA L'AQUILA VOLO' NEI CIELI
SEMPRE PIU' IN ALTO
E, PRIMA DI SVANIRE NELL'OMBRA DELLA NOTTE
LEVO' IN ALTO L'ALA E SCRISSE
CON STELLE NEL CIELO DELL'ARBERIA:
LA BESA ALBANESE.
(ndr quando recitava questo componimento la sua voce veniva spezzata dalla commozione
Testo del Maestro Kodra declamato dallo stesso in occasione del suo primo viaggio a Frascineto (CS) 1981. Tratto da “Zeri i Arbereshevet” n. 14 anno X 1981).
Grazie ancora e, nell'augurarle un buon lavoro, la saluto cordialmente.
Domenico BLAIOTTA (VARESE)
a) ha sensibilizzato l'opinione pubblica italiana sulla questione degli Italo-Albanesi (un nutrita percentuale di popolazione italiana di origine albanese - comunemente chiamati arberesh - insediati prevalentemente nel mezzogiorno d'Italia, i quali rischiavano di scomparire nell'oblio inghiottiti dai problemi strutturali del mezzogiorno;
b) è stato ancora più incisivo quando intervenne pubblicamente a favore dei fratelli Albanesi che chiedevano, dopo la caduta del regime, di condividere le ricchezze degli occidentali;
c) non ha mancato, in questi ultimi tempi, di richiamare l'attenzione dell’opinione internazionale verso la sua Patria – l’Albania - affinché questa potesse far parte – di diritto - della Comunità Europea;
d) ha urlato con tutta la sua forza per chiedere "Paqe ne Kosove" (pace in Kossovo) affinché si ponesse fine al genocidio - a quel tempo in atto - nei confronti delle popolazioni albanesi del Kossovo;
e) ha aderito senza alcuna remora quando gli è stato proposto dalla “Caritas Ambrosiana” di raccogliere fondi a favore dei profughi Kossovari all’iniziativa “Per un’alba nuova in Kossovo” realizzando all’uopo un’opera.
Per quanto sopra evidenziato, che è solo uno spaccato non esaustivo dell’uomo Kodra, e certo di interpretare il pensiero di tutta la comunità Albanofona d'Italia (che nel momento ufficiale delle esequie ha mancato di far sentire la propria voce), vorrei chiederle, cortesemente, di pubblicare - se le sarà possibile e per un doveroso tributo da rendere alla memoria del Maestro IBRAHIM KODRA - il testo che troverà qui di seguito.
La scomparasa del Maestro ha chiuso un capitolo importante dell'arte contemporanea e, in particolar modo, lascia un vuoto incolmabile all'interno delle comunità "arberesh" che - grazie al compianto Lino Mitidieri - ebbero la fortuna di apprezzare la sua grande generosità.
LA BESA ALBANESE
E' SORTO IL SOLE IN CALABRIA,
SI APRIRONO I CIELI CON VIOLENZA
MOSTRANDO LE CAMPAGNE CON FIORI IN BOCCIO,
GLI ARBERESH SI SONO MERAVIGLIATI
PER LA BELLEZZA DELLA NATURA
PERCHE' SEMPLICE E LIBERA COME LORO,
CHE SI ESPRIMONO COL CUORE E CON LA GIOIA DEL VOLTO.
IN QUEL MOMENTO STRAORDINARIO
SI E' APERTO SUBITO IL CIELO:
UNA GRANDE AQUILA
VOLANDO PER CONQUISTARE TUTTA LA TERRA,
APRI' LE SUE ALI,
COPRENDO IL KOSOVO E LA CALABRIA,
LA PIANA DI PALERMO
E L'ALBANIA.
LI PROTEGGEVA NEL SUO CUORE
AFFINCHE’ FOSSERO UNITI COME SEMPRE,
PERCHE' HANNO LASCIATO NELLA STORIA
ONORE E GLORIA.
VERSO SERA L'AQUILA VOLO' NEI CIELI
SEMPRE PIU' IN ALTO
E, PRIMA DI SVANIRE NELL'OMBRA DELLA NOTTE
LEVO' IN ALTO L'ALA E SCRISSE
CON STELLE NEL CIELO DELL'ARBERIA:
LA BESA ALBANESE.
(ndr quando recitava questo componimento la sua voce veniva spezzata dalla commozione
Testo del Maestro Kodra declamato dallo stesso in occasione del suo primo viaggio a Frascineto (CS) 1981. Tratto da “Zeri i Arbereshevet” n. 14 anno X 1981).
Grazie ancora e, nell'augurarle un buon lavoro, la saluto cordialmente.
Domenico BLAIOTTA (VARESE)
Il Maestro Kodra in posa davanti ad alcuni suoi lavori (foto: Domenico Blaiotta)