Durante la settimana dei morti, secondo le nostre usanze, si gira per
le case a chiedere la “picihudra”, cioè qualcosa da mangiare per le
anime dei defunti.
. Nei tempi passati erano solo i poveri, grandi e piccoli, a girare per il paese, così avevano da mangiare per alcuni giorni.
Oggi, invece, siamo tutti noi bambini a mantenere questa usanza. Come tutti gli anni, anche quest’anno abbiamo formato dei piccoli gruppi e, muniti di buste e borse, ogni sera abbiamo bussato a tutte le porte di una zona del paese. Ogni volta che una porta si apriva chiedevamo: - Ce la fate la “picihudra”?
E, come per magia, nelle mani di chi apriva compariva qualcosa di buono che spariva nelle nostre borse. Così, felici, ci allontanavamo senza dire grazie, perché questa è l’unica occasione in cui non si ringrazia.
Sul tardi ognuno di noi è ritornato a casa e ha svuotato le borse mettendo tutte quelle cose buone sul tavolo: brioche, cracker, patatine, crostatine, succhi di frutta, caramelle e perfino wurstel. Che gioia!
Speriamo che questa usanza non si perda.
E, come per magia, nelle mani di chi apriva compariva qualcosa di buono che spariva nelle nostre borse. Così, felici, ci allontanavamo senza dire grazie, perché questa è l’unica occasione in cui non si ringrazia.
Sul tardi ognuno di noi è ritornato a casa e ha svuotato le borse mettendo tutte quelle cose buone sul tavolo: brioche, cracker, patatine, crostatine, succhi di frutta, caramelle e perfino wurstel. Che gioia!
Speriamo che questa usanza non si perda.
Classe V - Acquaformosa
Dalla rivista Vuxha e shkollës
Dalla rivista Vuxha e shkollës