Durante la settimana dei morti, secondo le nostre usanze, si gira per le case a chiedere la “picihudra”, cioè qualcosa da mangiare per le anime dei defunti.
. Nei tempi passati erano solo i poveri, grandi e piccoli, a girare per il paese, così avevano da mangiare per alcuni giorni.
Oggi, invece, siamo tutti noi bambini a mantenere questa usanza. Come tutti gli anni, anche quest’anno abbiamo formato dei piccoli gruppi e, muniti di buste e borse, ogni sera abbiamo bussato a tutte le porte di una zona del paese. Ogni volta che una porta si apriva chiedevamo: - Ce la fate la “picihudra”?
E, come per magia, nelle mani di chi apriva compariva qualcosa di buono che spariva nelle nostre borse. Così, felici, ci allontanavamo senza dire grazie, perché questa è l’unica occasione in cui non si ringrazia.
Sul tardi ognuno di noi è ritornato a casa e ha svuotato le borse mettendo tutte quelle cose buone sul tavolo: brioche, cracker, patatine, crostatine, succhi di frutta, caramelle e perfino wurstel. Che gioia!
Speriamo che questa usanza non si perda.

Classe V - Acquaformosa
Dalla rivista Vuxha e shkollës 

Grande e Santa Quaresima

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ATTUALITÀ

Giovedì, Novembre 18, 2004 Luigi Boccia Chiesa e Religione 7080
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Lunedì, Gennaio 23, 2006 Luigi Boccia Chiesa e Religione 10450
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LA LINGUA - GJUHA JONE

Domenica, Novembre 13, 2005 Luigi Boccia Grammatica 22122
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Martedì, Marzo 07, 2006 Pietro Di Marco Aspetti generali 10639
E ardhmja e natës agimi. Ti e prite. E ardhmja e agimit dita e plotë. Ti e rrove. E ardhmja e ditës mbrëmja. Ti u krodhe në të. E ardhmja e mbrëmjes...