«Desideriamo unire la nostra voce a quanti in questi giorni hanno espresso il loro sconcerto per la nomina di un amministratore apostolico latino per la nostra diocesi di rito greco bizantino. E soprattutto a quella del sindaco di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, che arriva sui problemi con tempestività e congrua visione dei problemi ».
E' quanto ha affermato Teodoro Vaccaro, membro del Comitato Provinciale e Delegato regionale Udc di Lungro a margine delle polemiche sorte in seno alla scelta di commissariare l'Eparchia lungrese. Così, dopo gli attacchi del sindaco Manoccio e del primo cittadino Giuseppino Santoianni, arriva la protesta anche della politica "di parte" che, attraverso il proprio portavoce, "disapprova tale ulteriore grave decisione che umilia la comunità ed i cittadini". «Lungro -continua Vaccaro-, capitale degli arbëreshë, è stata sottoposta negli ultimi anni a continue spogliazioni da parte dello Stato, non vorremmo che l'ultimo colpo le venisse inferto dalla Chiesa con l'abolizione della Diocesi». Preoccupazioni già condivise ma che trovano ancora una volta "le cause" all'interno della chiesa stessa: «Certo non possiamo non constatare -aggiunge Vaccaro- che anche il clero locale ha contribuito non poco alla attuale situazione, non esprimendo personalità all'altezza dei vescovi Mele e Stamati, i quali alla santità hanno unito sapienza e discernimento. E tuttavia questo non ci esime dallo sperare in un vescovo nostro bizantino che sappia celebrare una liturgia o cantare un Akathistos o i makarismi davanti al Taphos, nella lingua che i nostri padri ci hanno trasmesso: il greco. Lingua che dice della nostra storia, delle nostre radici e della nostra peculiare maniera di esprimere il sentimento religioso. Non vorremmo che i nostri futuri sacerdoti dovessero tornare, come i nostri antichi, ad Atene o a Costantinopoli per una ordinazione». Parole dure che pesano ancor di più quando Vaccaro aggiunge: «Pur di non perdere la diocesi siamo disposti a dichiarare che se il nostro clero non è all'altezza dell'episcopato, perché mediocre, preferiamo un vescovo mediocre bizantino a un eccellente vescovo latino. La Provvidenza poi vedrà: saranno in ogni caso la santa Liturgia e l'Eucarestia o l'Akathistos ad operare in noi, non certo la dignità intellettuale o quant'altro mai del futuro vescovo. Sarà lo Spirito Santo ad operare in lui una volta consacrato: a questo siamo usi credere, secondo quanto c'è stato insegnato ». Insomma l'appello è legato anche alla questione di una certa tradizione culturale da rispettare. Vero punto di forza della protesta. E se per i fedeli la situazione è vissuta con molta apprensione, dall'Udc le posizioni sono molto chiare: «Non vorremmo, in ogni caso, arrivare ad uno scontro sicuramente poco ecumenico non la Santa Sede -conclude Vaccaro-, che travalichi la carità, ma siano tutti avvertiti che già belle intelligenze sono passate alla Chiesa d'oriente ortodossa ».
Da "Il quotidiano di Calabria" del 17 Agosto 2010