Monsignor Eleuterio Francesco Fortino, anima storica della causa ecumenica, dal 1987 sotto-segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, è morto mercoledì 22 settembre, alle ore 21, nel policlinico universitario romano di Tor Vergata. Aveva 72 anni. Malato da tempo, era ricoverato da alcuni giorni per una serie di complicanze.
Sabato 25, alle ore 16, nella chiesa di Sant'Atanasio dei Greci, in via del Babuino a Roma, si celebrerà un trisaghion in sua memoria, secondo la tradizione bizantina. A presiederlo il rettore della chiesa, padre Manuel Nin. Le esequie si svolgeranno nel pomeriggio di domenica 26 nella chiesa parrocchiale a San Benedetto Ullano in Calabria, dove monsignor Fortino è nato e dove sarà poi sepolto.
Alle due celebrazioni sarà presente il vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, che rientrerà appositamente da Vienna dove sta partecipando alla riunione plenaria della commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme. A Vienna avrebbe dovuto esserci anche monsignor Fortino, nella veste di segretario di parte cattolica della commissione. Le sue condizioni di salute gli hanno però impedito di partecipare. Giovedì mattina, all'inizio dei lavori, è stato ricordato dall'arcivescovo Kurt Koch, dal 1° luglio scorso presidente del dicastero ecumenico, e dal metropolita Ioannis di Pergamo, rappresentante del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e presidente di parte ortodossa della commissione. La notizia della sua morte "ha profondamente commosso tutti i partecipanti alla riunione di Vienna" dice monsignor Juan Fernando Usma Gómez, capo ufficio del Pontificio Consiglio.
Il metropolita ortodosso Gennadios, arcivescovo d'Italia e Malta ed esarca per l'Europa meridionale del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, ha ricordato monsignor Fortino come "una persona eccezionale. Perdiamo un amico, un fratello con cui per anni abbiamo lavorato per l'unità dei cristiani. Era una persona aperta e libera, comprensiva, molto stimata da tutti. Aveva comprensione, chiara e sincera, in tutto ciò che faceva e diceva. Rimarrà per sempre nei nostri cuori come colui con cui abbiamo lavorato insieme per realizzare la volontà di Dio perché tutti siano una cosa sola. Lo conoscevo da cinquant'anni, da quando per mandato del Patriarca Atenagora ho iniziato il mio apostolato in Italia. Monsignor Fortino partecipò alla mia ordinazione come vescovo e poi abbiamo collaborato quando sono divenuto metropolita arcivescovo per l'Italia e Malta. Oggi lui è tra i giusti e i buoni".
"Monsignor Fortino era veramente conosciuto da tutti coloro che sono impegnati nel dialogo ecumenico e aveva stretto negli anni grandi legami di amicizia con i suoi interlocutori" conferma monsignor Usma Gómez. Proprio alla vigilia del viaggio del Papa nel Regno Unito, in un'intervista al nostro giornale, l'arcivescovo Koch aveva parlato di monsignor Fortino come di "un uomo gentile di cui non puoi non essere amico, che con la sua esperienza custodisce la tradizione di questo ufficio". In queste ore il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani sta informando tutto il mondo ortodosso della morte del sotto-segretario, che è stato ricordato anche all'incontro in svolgimento in Polonia, dove la Chiesa cattolica e il Consiglio ecumenico delle Chiese stanno preparando la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani del 2012. "L'Ottavario era una delle sue grandi passioni - spiega monsignor Usma Gómez - perché mostrava il valore della preghiera e la priorità della dimensione spirituale. Anche per questo monsignor Fortino rappresenta l'ecumenismo in carne e ossa. Era capace di dire tutta la verità sulla fede cattolica in modo da non offendere ma con argomenti sufficientemente forti per far capire quali fossero i dissensi. Inoltre provava un amore travolgente per il comune respiro dei due polmoni della Chiesa. Si può dire che ha dato tutto se stesso perché in Occidente si conoscessero e apprezzassero i tesori della spiritualità orientale. Un passione vissuta con umiltà: era sempre pronto a imparare dai mondi spirituali e culturali che non gli erano propri". Il capo ufficio del dicastero ricorda poi "la sua attenzione alla dimensione pastorale del ministero sacerdotale, tanto da essere capace di alti studi accademici e di un annuncio del Vangelo comprensibile alla gente semplice".
Monsignor Fortino era nato il 2 aprile 1938 a San Benedetto Ullano, in provincia di Cosenza. Si sentiva profondamente arbereshe, la comunità discendente dagli albanesi rifugiatisi in Italia dal xv secolo. Con la sua eparchia di Lungro degli italo-albanesi dell'Italia continentale ha sempre mantenuto un saldissimo legame, impegnandosi in prima persona in molteplici iniziative pastorali. Aveva fondato anche il mensile "Besa Fede". Aveva studiato nel monastero di Grottaferrata e il 3 ottobre 1958 era entrato come seminarista nel Pontificio Collegio Greco, frequentando la Gregoriana. Ordinato sacerdote il 24 novembre 1963, aveva partecipato all'ultima sessione del concilio Vaticano ii con l'incarico di assistere gli osservatori ecumenici.
Nel 1965 aveva iniziato a lavorare nell'allora Segretariato per l'Unione dei Cristiani, nella sezione orientale. Ha vissuto da protagonista tutto il cammino del dialogo ecumenico. C'era anche lui, ad esempio, il 30 novembre 1969 al Fanar nella delegazione che diede il via allo scambio regolare e ininterrotto di visite tra Costantinopoli e Roma per le feste patronali di sant'Andrea e dei santi Pietro e Paolo. Il 21 maggio 1987 era divenuto sotto-segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.
Appassionato scrittore e divulgatore, autore di numerosissime pubblicazioni, era per natura portato alla semplificazione e all'essenzialità. Ha collaborato a "L'Osservatore Romano" per quasi quarantacinque anni, scrivendo circa 250 articoli. Il primo, sull'"ecumenismo spirituale", venne pubblicato il 30 gennaio 1966.
(©L'Osservatore Romano - 24 settembre 2010)