L'iniziativa dell'Amministrazione Comunale di Piana degli Albanesi, in occasione della festa del cannolo, si presta a qualche riflessione che voglio condividere con i lettori di Jemi, anche per rendere onore al merito di così illuminati e responsabili amministratori...
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Io credo che vada attribuito un riconoscimento speciale a quegli amministratori di Piana, che hanno pensato di investire soldi pubblici per sponsorizzare con un personaggio come Eva Henger un loro prodotto tipico.
Hanno avuto un’idea geniale, degna dei più raffinati maghi della comunicazione. A chi poteva venire in mente il sottile simbolismo fallico nascosto nella forma del cannolo e di promuoverlo proprio in funzione di questo suo latente significato? E, se questo è il messaggio, recondito e subliminale, da diffondere, a chi meglio che a una “star” come la Henger affidarne la testimonianza? Che poi quest’ultima sia stata condannata a 4 anni e mezzo di reclusione per sfruttamento della prostituzione è una bazzecola: si tratta solo del giudizio di primo grado e poi, suvvia!, nessuno è perfetto e di fronte alla bellezza anche la giustizia si deve inchinare (vedi l’episodio di Frine).
Io propongo, sommessamente e umilmente di fronte a cotanta eccellenza di amministratori/markettari (nel senso di esperti di marketing), una variante e una estensione di questa idea così degna, nobile e originale.
La variante potrebbe essere di aggiungere al “cannolo” due ciliegie (o due pesche o due noci, a secondo della stagione), giusto per rendere un po’ più esplicito il suddetto simbolismo (e renderlo accessibile a quei “tontarelli” che non arrivano a cogliere l’originalissimo significato) e sponsorizzare un lancio mondiale di questo nuovissimo prodotto (con soldi pubblici, naturalmente!) con la Henger come testimonial (magari utilizzando come spot brani tratti da qualche film della stessa e aggiungendo, come colonna sonora, una frase del tipo “Si! Il cannolo di Piana: che goduria!!”, che potrebbe diventare anche lo slogan ufficiale del nuovo prodotto).
L’estensione potrebbe essere quella di istituire a Piana un festival annuale del “cannolo”, a cui invitare, di volta in volta, varie celebrità colleghe della Henger, con contorno di cineforum (rigorosamente all’aperto) dei migliori film delle stesse e pubblica esibizione (nella piazza principale) di uno spettacolo “live”. Un festival che non dovrebbe durare meno di una settimana, con baccanali da svolgere in ogni rione e una sorta di olimpiade finale, con gare suddivise in specialità e “atleti” premiati in funzione delle prestazioni o delle dimensioni (da arbitri, però, non scelti da Moggi, mi raccomando!).
Sarebbe il trionfo di Dioniso e di Venere: al cospetto le ritualità leghiste, dedicate al “padre PO”, apparirebbero grigie e plumbee, adatte alle nebbiose brughiere padane. Noi, invece, meridionali, solari sappiamo bene come festeggiare la “vita”! Piana diventerebbe la capitale mondiale del “cannolo” (bisognerebbe disseminare sul territorio anche opportuni monumenti, in forma di obelischi con sopra istoriate adeguate scene, e realizzare un palazzetto, il “pala-cannolo”, per le adunanze indoor, che fungesse da “tempio” con tanto di “vestali” e attrezzature per i più disparati gusti, dal sado-maso al dark-horror).
La notorietà di Piana diventerebbe galattica e certamente in questa piccola località si adunerebbero eserciti di adepti al culto guardone; troupe televisive da tutto il mondo scruterebbero e documenterebbero quotidianamente le cerimonie di questa nuova e originalissima liturgia; le prime pagine dei giornali più autorevoli sarebbero pieni delle foto dei componenti la Giunta Comunale e il settimanale TIME certamente concederebbe l’encomio di “uomo dell’anno” al geniale Sindaco, che potrebbe anche essere nominato per l’attribuzione al Nobel per l’economia per aver risollevato con questa brillantissima idea le sorti di un territorio depresso (e magari qualche multinazionale decotta potrebbe ingaggiarlo a suon di milioni di euro).
Ebbene, per questi eccellentissimi, responsabili e competenti custodi del bene pubblico io propongo un riconoscimento speciale: un monumentale tapiro di platino (placato, s’intende, altrimenti ci roviniamo!), invece che d’oro!!!
La motivazione potrebbe essere: “Per aver proposto il porno come metafora e stile, il paganesimo come cultura e spiritualità, la notorietà sui media come finalità esistenziale (dell’individuo e della comunità), la goliardia come strumento di amministrazione, la fantasia dei “furbetti del quartierino” come via breve per il decollo economico.”
Scherzi a parte, ma quando per farsi un pò di pubblicità non ci si vergogna di sfruttare la scia di notorietà di personaggi come la Henger, credo che si sia alla frutta!!
Non è, il mio, il punto di vista di un bacchettone, bigotto, sessuofobico fustigatore di costumi, ma vedo nella scelta di questi amministratori il segnale della mediocrità dilagante nella classe politica meridionale.
Questi signori pensano di aver avuto chissà quale geniale pensata, quando, invece, si tratta di una volgare, provinciale e scontata goliardata, che mette in evidenza solo la mancanza di vere idee e la carenza di responsabilità nella gestione della cosa pubblica.
Io non conosco in alcun modo questi signori e non so a quale partito politico appartengono (e neppure mi interessa), ma ravviso in questa scelta una spregiudicatezza che sconfina nel cinismo, una evanescenza di altri valori che non siano quelli dell’apparenza e dell’effimera notorietà, una mancanza di cultura di governo (o forse di cultura tout court), che sono la piaga del meridione e dei nostri piccoli paesi in particolare e una potente concausa al declino e alla deriva delle nostre comunità (ma, purtroppo, quando i migliori se ne vanno lo spazio viene occupato dai mediocri).
Questi signori andrebbero segnalati ad Alessandro Baricco, che nelle pagine di Repubblica online, in questi giorni, va alla ricerca dei “nuovi barbari”!
Sono indignato e offeso per la totale mancanza di sensibilità e responsabilità: guardo la foto della manifestazione pubblicata su questo sito, con la Henger nel vestito tradizionale e intorno una corte di persone plaudenti, e mi immagino la scena di una bambina che chiede al padre chi sia quella signora festeggiata e quali siano i suoi meriti e talenti: cosa le deve rispondere quel povero padre? Le mostrerà qualche sequenza dei suoi film o qualche foto che ne illustra le superbe qualità?
Oppure penso a quei ragazzi e quelle ragazze, un po’ più grandicelli, che conoscono in qualche modo la “star” e la vedono osannata dai notabili del luogo: qual è il modello di successo che interiorizzeranno? E poi ci lamentiamo se la massima ambizione di una ragazza è di fare la “velina”, oppure ci scandalizziamo se un bambino viene ucciso dalla madre perché è di ostacolo alla di lei carriera televisiva!
E’ troppo facile scaricare sui media la responsabilità dei modelli discutibili che molti giovani perseguono e imputare alla società il vuoto interiore di tanti ragazzi.
La società siamo noi: ognuno di noi, nel suo piccolo, è e si deve sentire responsabile e quando si è amministratori pubblici questa responsabilità è amplificata.
Socrate fu condannato a bere la cicuta, perché accusato ingiustamente dai malevoli e invidiosi di corruzione della gioventù. Io non auspico la stessa sorte per questi poveretti: mi basterebbe che (socraticamente) prendessero coscienza del loro errore, chiedessero pubblicamente scusa (ai loro concittadini, prima di tutto) e levassero il disturbo.
Ing. Gianfranco Pugliese - Presidente CIVIS BASILEANUS - S. Basile