L'intera comunità rinnova oggi il suo atto di fede per il Patrono, San Demetrio Megalomartire, vestendosi di festa e partecipando come sempre con forte e sentita devozione.
I festeggiamenti religiosi hanno preso avvio martedì 17 con il novenario pomeridiano, per concludersi stamane con la Santa Messa e, a seguire, la suggestiva e partecipata processione, con la statua del Santo portata a spalla lungo le principali vie del paese e le caratteristiche stradine dei rioni antichi. Il corteo è preceduto dallo stendardo (Santalti), messo all'asta quando la processione passa davanti al palazzo municipale. La consuetudine riconosce al gruppo aggiudicatario il diritto di tenere per sé il ricavato delle offerte (soldi e animali da cortile) ricevute in occasione di tutti i cortei religiosi che si tengono nel corso dell'anno.
.Dai balconi di molte abitazioni fanno bella mostra le preziose "palaca", le coperte lavorate da mani esperte ed esposte in onore del Santo nel corso della processione, resa ancora più suggestiva dalle note del "Kenga Shen Mitrit", l'inno a San Demetrio.
La statua di San Demetrio di recente è stata restaurata dopo cinque mesi di lavoro, che hanno comportato la rimozione della tinta, un intervento di stuccatura, il ripristino e la pulitura dei colori originali. Il lavoro restaurativo è stato eseguito dal giovane Giuseppe Baffa di Santa Sofia d'Epiro, studente di conservazione dei Beni culturali dell'Unical. Un'altra piacevole novità che caratterizza i festeggiamenti di quest'anno è il pregevole affresco raffigurante San Demetrio a cavallo, realizzato su tela secondo le rigorose tecniche della tradizione artistica bizantina e ricavato in una nicchia della chiesa matrice. A eseguirlo è stata la iconografa Rita Chiurco, sandemetese di origine ma residente a Roma, autrice di altre pitture bizantineggianti che abbelliscono il sacro edificio.
Secondo gli antichi martirologi Demetrio era un diacono e subì il martirio a Sirmio
( oggi Mitroviza, ex Jugoslavia).
Altri documenti testimoniano che Demetrio, appartenente ad una famiglia consolare di Tessalonica, sin da giovane si istruì nei misteri della fede che diffuse anche tra i pagani. Elevato a proconsole della Grecia - ciò giustifica le sue vesti di soldato nelle immagini e icone a Lui dedicate, e dove molto spesso è in groppa ad un cavallo - dall'imperatore Massimiano - acerrimo nemico dei cristiani - fu da questi costretto a smentire l'accusa di professare la fede in Cristo, ma essendosi rifiutato subì il martirio inflittogli a colpi di lancia.
tratto dalla newsletter dell'Eparchia di Lungro