Sarà di scena a Vaccarizzo Albanese, per tutto il mese di agosto,  la musica delle "piccole patrie". Uno spaccato di tradizioni autentiche che cerca di resistere alla massificazione dilagante e costituisce una inestimabile ricchezza per tutto il Paese.
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"La rassegna, intitolata <Suoni di minoranza>, intende offrire - sottolineano gli organizzatori - un panorama delle più rilevanti espressioni musicali delle minoranze linguistiche presenti nel Mezzogiorno, evidenziando, anche attraverso la vicenda emblematica di un autore di fama internazionale come Carmine Abate (arbëresh di Carfizzi, ndc) la fecondità dell'incotro tra culture diverse che caratterizza queste comunità, fortemente legate alle proprie radici ma influenzate anche dai contesti in cui si sono insediate nel corso dei secoli. Nell'originale formula della lezione-concerto, ogni incontro si prospetta come una suggestiva introduzione a mondi <esotici> eppure vicini, la cui ricchezza culturale sarà rappresentata nell'incontro conlusivo che si terrà a Roma nel mese di ottobre".

Il 3 agosto, nell'Anfiteatro comunale, alle ore 21.30, si esibirà con le "launeddas" (introduzione di Marcello Marras) Paolo Mallus con il suo repertorio di Ghilarza (Oristano). La sua musica è un susseguirsi di organetto diatonico, armonica a bocca e trufa, combinati con altri strumenti scomparsi o caduti in disuso come "s'affuette", "benas", "tumbarineddu" e "pipiolo".

Il 7 agosto, "La festa del ritorno" con il celebre romanziere Carmine Abate e il medico-cantastorie di Cariati, Cataldo Perri. Un affresco sonoro sull'emigrazione italiana dove, in equilibrio tra musica e letteratura, tanghi e tarantelle, lo scrittore italo-albanese recita significative pagine della sua opera.

Il 10 e l'11 si svolgerà la XXVI Sagra del costume arbëresh. Policromi e raffinati costumi femminili, preziosi "pezzi" di cultura ed espressione di un raffinato artigianato.

Il 17 agosto, "Viesh, il canto nelle comunità arbëreshe della Basilicata. Dopo l'introduzione di Nicola Scaldaferri, saranno protagoniste le antiche polifonie vocali (religiose e profane) e canti più recenti, per "surdulina" (tipo di zampogna) e chitarra, di San Costantino Albanese in provincia di Potenza.

Il 19, sempre nell'Anfiteatro comunale con inizio alle ore 21.30, "Foné àzze choma" del Salento (introduzione di Vincenzo Santoro): Canti alla "stisa" e di lavoro, stornelli d'amore nel repertorio delle eccezionali vocaliste Anna Cinzia Villani, Carla Maniglio e Maria Mazzotta per riscoprire l'intensità polivocalica della Grecìa salentina.

Infine, il 20 agosto, "Tragudìa ‘sti scenìa" (introduzione di Tito Squillaci): un'eterogenea compagnia di suonatori dell'Aspromonte grecanico per un'esibizione a più voci e strumenti (zampogne, lira, chitarre battenti  e a la francisi, tamburelli, flauti, parrasia e organetto)IN Piazza Garibaldi, per tutto agosto, Mostra fotografica "Zampogne in Aspromonte" a cura di Chiara Cravero. 


                                                                  Pasquale De Marco

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