Domenica III di Quaresima: Adorazione della preziosa e vivificante Croce. San Basilio confessore. Tono VII. Eothinon VI.
Catechesi mistagogica
A metà del cammino quaresimale ci viene offerta l’adorazione della S. Croce. All’inizio della Divina Liturgia il sacerdote prende la Croce deposta su di un disco e tenendola alta sopra la testa esce dal Vima e si dirige al centro della chiesa dove è stato preparato un tavolo e su questo al termine del rito verrà posta la S. Croce per l’adorazione dei fedeli e lì resterà per tutta la settimana. Questa celebrazione ci carica di forza per continuare il nostro cammino quaresimale verso la Santa Pasqua facendoci meditare sul grande mistero della crocifissione del Figlio di Dio e del suo amore verso di noi. L’amore di Cristo nei nostri confronti raggiunge il massimo con la sua morte in croce. La croce è stata inventata dagli uomini per dare la morte in maniera atroce, Cristo invece morendo su di essa ha fatto morire il peccato per offrirci la salvezza. L’albero del paradiso, creato per il bene del genere umano, ha portato alla morte a causa della disobbedienza a Dio; il legno della croce, creato per uccidere, invece ci offre la vita senza fine. "Adoriamo la tua Croce, o Sovrano, e glorifichiamo la tua santa Risurrezione" cantiamo oggi al posto dell’inno trisagio. La Croce è sempre legata alla Risurrezione: se vengono disgiunte non possiamo cogliere il loro valore salvifico. La Croce senza Risurrezione è solo sofferenza e morte, la Risurrezione senza la Croce non esiste. Tutti viviamo la sofferenza e tutti dobbiamo, nella grazia del Signore, viverla come nostra partecipazione alle sofferenze di Cristo in Croce, come ci insegna San Paolo. Nel Mattutino cantiamo: "Venite ad attingere, fedeli: non acqua corruttibile zampillante da una fonte, ma la sorgente della luce, grazie all’adorazione della croce di Cristo, della quale ci gloriamo". La croce illumina la nostra vita, essa è per i fedeli il punto di riferimento per scoprire il cammino dell’amore: l’amore di Dio verso di noi, il nostro amore verso Dio e verso il prossimo. Amare significa sacrificarsi e se non c’è sacrificio allora non c’è amore. Il fedele durante la celebrazione della Divina Liturgia in continuazione fa il segno della croce, cioè si crocifigge per avere la risurrezione. Col segno della croce riceviamo la benedizione che Cristo ci invia attraverso le mani del sacerdote: se rifiutiamo la croce, rifiutiamo anche la benedizione. La croce è la bussola della nostra vita perché ci indica sempre la strada giusta da percorrere per giungere alla nostra meta, il paradiso. La croce è il nuovo albero della vita che Cristo ha piantato nel mondo: i suoi frutti diventano il nostro nutrimento salvifico. Testimoniamo con gioia la nostra fede facendo il segno della croce anche fuori della chiesa, segnandoci ogni volta che invochiamo la grazia del Signore.