Nel mio girovagare fra ruderi, paesini semi-abbandonati, luoghi impervi e fuori dalle cartine geografiche e tanto meno dai depliant turistici, apparentemente simili per isolamento e mancanza di eco umane, un posto speciale meritano Farneta (frazione di Castroregio) e Cavallerizzo (anch'esso frazione di Cerzeto).
Si parla di quattro comunità albanofone della provincia di Cosenza. Un tempo, non tanto lontano, gli studiosi di linguistica e di fonetica, pare abbiano registrato e spiegato tutto sulle parlate di questi paesini. Oggi, la rarefazione dei parlanti in loco e de visu, metterebbe a dura prova il campionamento minimo linguistico. Così non è per me, o meglio, la qualità e la specificità dei suoni articolati, si è spostato sull'essenza delle due o forse quattro tipologie di silenzi; a Farneta, ci si trova in ascolto di un silenzio che occupa o è prodotto da un luogo e da gjitonie che incutono imbarazzo per la loro semplicità urbanistica estrema, quasi filiforme, mentre a Cavallerizzo, paese in abbandono forzato per frana, sono le case con balconi aperti, cenni di vita ancora tiepida che parlano un idioma antico ma che è soffocato dallo scroscio delle acque di mille sorgenti e dallo stormire delle foglie del bosco alle spalle. Occorre ritornare per capire i significati di queste neo-lingue.