Venerdi' 19 giugno sara' presentata a Carosino nella sede del Centro
Studi e Ricerche "Francesco Grisi, ore 19.00, Via Vittorio Veneto, 27,
la ricerca dal titolo "La Puglia arbereshe, grecanica,
franco-provenzale. Beni culturali tra minoranze linguistiche ed
eredita' etniche" di Pierfranco Bruni con saggio introduttivo del
direttore generale del Mibac Maurizio Fallace.
.
I lavori saranno introdotti dalla studiosa e Docente nei Licei Marilena
Cavallo mentre gli interventi sono affidati a Pio Rasulo, Universita'
del Salento, Antonio Basile, Accademia delle Belle Arti di Lecce e
Micol Bruni, Cultore della materia, Universita' degli Studi di Bari. La
serata sara' coordinata da Roberto Burano del Centro Studi "Francesco
Grisi".
Il Direttore Generale del Mibac Maurizio Fallace nel suo saggio introduttivo ha scritto: "Merito dell'opera di Pierfranco Bruni e' di offrire il piu' recente di una lunga serie di esaustivi confronti con un patrimonio che permettera', ai lettori e agli studiosi, di guardare alla storia e alla cultura di una comunita' attraverso il discorso della conoscenza, della tutela e della valorizzazione".
I punti nodali che emergono sono sottolineati attraverso tre indirizzi storici che comprendono aree geografiche diverse di una stessa Regione. La Puglia come modello in una chiave di lettura tra la cultura albanese, quella grecanica e quella franco - provenzale. Non mancano i rapporti con le realta' minoritarie presenti in Calabria, in Basilicata, in Campania, in Molise e in Abruzzo.
"Lo studio, sostiene Marilena Cavallo, studiosa di letteratura italiana, che introdurra' la serata, sottolinea l'importanza di un confronto, a tutto tondo, tra le varie minoranze linguistiche presenti in Italia"."L'originalita' di questa ricerca, afferma ancora Marilena Cavallo, sta anche nella comparazione tra le varie forme di cultura: dalla tradizione alla letteratura, dalla antropologia pura alla etno-storia. Non mancano neppure considerazioni e proposte dal punto di vista giuridico e normativo relative alla legge di tutela sulle minoranze linguistiche".
Il Direttore Generale del Mibac Maurizio Fallace nel suo saggio introduttivo ha scritto: "Merito dell'opera di Pierfranco Bruni e' di offrire il piu' recente di una lunga serie di esaustivi confronti con un patrimonio che permettera', ai lettori e agli studiosi, di guardare alla storia e alla cultura di una comunita' attraverso il discorso della conoscenza, della tutela e della valorizzazione".
I punti nodali che emergono sono sottolineati attraverso tre indirizzi storici che comprendono aree geografiche diverse di una stessa Regione. La Puglia come modello in una chiave di lettura tra la cultura albanese, quella grecanica e quella franco - provenzale. Non mancano i rapporti con le realta' minoritarie presenti in Calabria, in Basilicata, in Campania, in Molise e in Abruzzo.
"Lo studio, sostiene Marilena Cavallo, studiosa di letteratura italiana, che introdurra' la serata, sottolinea l'importanza di un confronto, a tutto tondo, tra le varie minoranze linguistiche presenti in Italia"."L'originalita' di questa ricerca, afferma ancora Marilena Cavallo, sta anche nella comparazione tra le varie forme di cultura: dalla tradizione alla letteratura, dalla antropologia pura alla etno-storia. Non mancano neppure considerazioni e proposte dal punto di vista giuridico e normativo relative alla legge di tutela sulle minoranze linguistiche".
Taranto, 14 giu. (Adnkronos)
CON SAGGIO INTRODUTTIVO DEL DIRETTORE GENERALE
MAURIZIO FALLACE
*******
Maurizio Fallace, Direttore Generale del MiBAC: "Merito dell’opera di Pierfranco Bruni, cui va il mio vivo apprezzamento per la serietà e lo spirito scientifico che vi ha profuso, è di offrire il più recente di una lunga serie di esaustivi confronti con un patrimonio che permetterà, ai lettori e agli studiosi, di guardare alla storia e alla cultura di una comunità attraverso il discorso della conoscenza, della tutela e della valorizzazione".
La ricerca, che rientra nelle attività di studio del MiBAC relative al progetto sulle culture delle minoranze linguistiche storiche in Italia, si sviluppa su diverse problematiche che pongono all’attenzione la valorizzazione e la conoscenza delle minoranze linguistiche in Italia.
I punti nodali che emergono sono sottotileati attraverso tre indirizzi storici che comprendono aree geografiche diverse di una stessa Regione. La Puglia come modello in una chiave di lettura tra la cultura albanese, quella grecanica e quella franco - provenzale. Non mancano i rapporti con le realtà minoritarie presenti in Calabria, in Basilicata, in Campania, in Molise e in Abruzzo.
Lo studio sottolinea l'importanza di un confronto, a tutto tondo, tra le varie minoranze linguistiche presenti in Italia.
L'originalità di questa ricerca sta anche nella comparazione tra le varie forme di cultura: dalla tradizione alla letteratura, dalla antropologia pura alla etno-storia. Non mancano neppure considerazioni e proposte dal punto di vista giuridico e normativo relative alla legge di tutela sulle minoranze linguistiche.
Durante la presentazione, che si svolgerà a Carosino (Ta), verrà proiettato un DVD dedicato alla cultura e alla storia Italo - Albanese.
***
Si allegano sintesi della Presentazione allo studio del Direttore Generale DEL MIBAC Maurizio Fallace e una analisi critica di Anna Colaci dell'Università del Salento
Le minoranze linguistiche in Puglia nello studio
di Pierfranco Bruni
di
Maurizio Fallace
Direttore Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
La tutela e la valorizzazione delle culture proprie delle minoranze etnico – linguistiche è un impegno di civiltà che parte dal presupposto principale della conoscenza, del reciproco dialogo tra le culture nel rispetto delle specificità, della ricerca.
Nel nostro Paese le popolazioni e le etnie di tradizioni e lingua non italiana, con una solida storia comune all’interno delle aree regionali di appartenenza, sono diverse e variamente distribuite.
Esemplare è la realtà della Puglia, regione protesa verso il Mediterraneo, il vicino oriente ed il centro – Europa dei Balcani, che nella sua dimensione geografica vede la storia e culturale presenza di popolazioni albanesi, greche, franco – provenzali.
In questo contesto è bene quindi sottolineare come ogni realtà minoritaria etnico – linguistica possa esprimere appieno tutte le potenzialità di cui è portatrice, con la sua storia peculiare, non solo dal punto di vista linguistico, ma anche tramite i patrimoni librari, artistici, demoantropologici. E come questi patrimoni di conoscenza avvertano sempre più la necessità di essere ricontestualizzati nuovamente, in un quadro di continuo sviluppo della cultura dei “nuovi saperi”.
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in accordo con le normative vigenti e in particolar modo con la legge 482/ ’99, ha prodotto una serie di iniziative, spesso con una proficua intesa con le Regioni interessate, per recuperare e valorizzare quelle tradizioni etnico linguistiche che hanno fortemente caratterizzato il nostro territorio. Obiettivo dichiarato è stato far emergere e far conoscere ad un pubblico sempre più vasto la storia delle comunità, puntando anche ad offrire una lettura più attenta dei loro riflessi e della loro sedimentazione nella cultura italiana, con una analisi nuova ed articolata dei riferimenti religiosi e degli aspetti antropologici.
Merito dell’opera di Pierfranco Bruni, cui va il mio vivo apprezzamento per la serietà e lo spirito scientifico che vi ha profuso, è di offrire il più recente di una lunga serie di esaustivi confronti con un patrimonio che permetterà, ai lettori e agli studiosi, di guardare alla storia e alla cultura di una comunità attraverso il discorso della conoscenza, della tutela e della valorizzazione.
Un lavoro tanto più prezioso perché sarà in grado di rendere più forte la rete di sinergie con le Regioni, gli Enti locali, l’universo dell’associazionismo, della informazione in ogni sua forma e modalità, con il mondo della formazione, sia nelle scuole che nelle università; e fotografando al contempo la ricca geografia culturale delle minoranze, ne opera una dovuta pubblicizzazione rendendole così meno “minoranze” perché meno sommerse e più conosciute, e più bene culturale, sia materiale che immateriale, attivo e attore nella comunità italiana.
Maurizio Fallace
Direttore Generale per i Beni Librari,
gli Istituti Culturali ed il Diritto d’Autore
TESTIAMONIANZA SUL TESTO
MINORANZE LINGUISTICHE IN PUGLIA
UNO STUDIO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI
REALIZZATO DA PIERFRANCO BRUNI
Metodologia didattica e sintesi
di Anna Maria Colaci
dell’Università del Salento
Lo studio di Pierfranco Bruni è un testo importante non solo perché spiega tante cose ignorate dai più e perché è una felice opera di sintesi, ma anche per gli spunti e le riflessioni che solleva.
Tra queste mi permetterò di soffermarmi su alcuni aspetti.
Il primo è laddove (pp. 37 e seguenti) si spiega molto bene che la tradizione permane e fruttifica dentro di noi, “La grecità non è soltanto una forma simbolica. E’ l’essere che attraversa le nostre coscienze. Anzi è la nostra coscienza che diventa consapevolezza di un processo che è sì culturale ma che diviene profondamente etico ed esistenziale in un quadro di valori la cui eredità è nel rispetto delle appartenenze”.
Qui è un punto fondamentale non solo della tematica affrontata nel testo, ma anche della realtà attuale. Quello che vorremmo, in una realtà complessa come la presente, è il saper coniugare insieme tradizione innovazione rendendoci conto che la civiltà non è solo un’unione di linguaggi, ma anche di codici, di simboli, di significati che costituiscono e devono costituire il senso del nostro essere.
Di qui nel libro il giusto rilievo dato, ad esempio, alle identità etniche della Magna Grecia e al suo modo di permanere nello spazio e nel tempo. Vorrei dire che, pur nel tumultuoso vortice delle novità, dovremmo essere accorti custodi dei tanti saperi che si sono avuti nel corso della storia e che continua a sussistere e a saper infondere, a chi sa intenderli, linfa vitale.
Su tale vissuto vanno intese, a mio modo, le pagine dedicate al tarantismo, a Comuni come San Crispieri e San Marzano, come alle realtà italo-albanesi nella provincia di Foggia. In tutto il libro vive non solo la spiegazione delle difficoltà che queste cosiddette culture “minori” o soggiogate, hanno vissuto, ma come esse siano riuscite, malgrado tutto a permanere e a influire su costumi e modi di vita.
A me pare pertanto importante e significativo che vengano pensati e pubblicati libri come questo che non sono mera erudizione, né intendono riproporre come attuale una realtà che pure c’è stata nella storia, quanto a mostrare come il cammino, quello che noi siamo come salentini, come pugliesi, è un intreccio di voci diverse che in qualche modo hanno coabitato e coabitano con noi. Un passato da non liquidare come remoto, ma da conservare gelosamente per meglio comprendere chi noi siamo.
E’ davvero la storia della nostra tradizione, delle nostre radici, forse non le uniche, ma comunque elementi fondamentali di un processo storico. Particolarmente chi si interessa di educazione dovrebbe comprendere, far propri e poi spiegare come la civiltà non è né un puro aprirsi agli altri, e neanche una pura contrapposizione, ma una lenta e difficile – talvolta contrastata – mediazione. Se riusciremo a capire questo, forse sarà anche più facile affrontare le questioni dei nostri giorni.
Per questo non posso che apprezzare il lavoro promosso da Pierfranco Bruni.
Anna Maria Colaci
Università del Salento
CON SAGGIO INTRODUTTIVO DEL DIRETTORE GENERALE
MAURIZIO FALLACE
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Maurizio Fallace, Direttore Generale del MiBAC: "Merito dell’opera di Pierfranco Bruni, cui va il mio vivo apprezzamento per la serietà e lo spirito scientifico che vi ha profuso, è di offrire il più recente di una lunga serie di esaustivi confronti con un patrimonio che permetterà, ai lettori e agli studiosi, di guardare alla storia e alla cultura di una comunità attraverso il discorso della conoscenza, della tutela e della valorizzazione".
La ricerca, che rientra nelle attività di studio del MiBAC relative al progetto sulle culture delle minoranze linguistiche storiche in Italia, si sviluppa su diverse problematiche che pongono all’attenzione la valorizzazione e la conoscenza delle minoranze linguistiche in Italia.
I punti nodali che emergono sono sottotileati attraverso tre indirizzi storici che comprendono aree geografiche diverse di una stessa Regione. La Puglia come modello in una chiave di lettura tra la cultura albanese, quella grecanica e quella franco - provenzale. Non mancano i rapporti con le realtà minoritarie presenti in Calabria, in Basilicata, in Campania, in Molise e in Abruzzo.
Lo studio sottolinea l'importanza di un confronto, a tutto tondo, tra le varie minoranze linguistiche presenti in Italia.
L'originalità di questa ricerca sta anche nella comparazione tra le varie forme di cultura: dalla tradizione alla letteratura, dalla antropologia pura alla etno-storia. Non mancano neppure considerazioni e proposte dal punto di vista giuridico e normativo relative alla legge di tutela sulle minoranze linguistiche.
Durante la presentazione, che si svolgerà a Carosino (Ta), verrà proiettato un DVD dedicato alla cultura e alla storia Italo - Albanese.
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Si allegano sintesi della Presentazione allo studio del Direttore Generale DEL MIBAC Maurizio Fallace e una analisi critica di Anna Colaci dell'Università del Salento
Le minoranze linguistiche in Puglia nello studio
di Pierfranco Bruni
di
Maurizio Fallace
Direttore Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
La tutela e la valorizzazione delle culture proprie delle minoranze etnico – linguistiche è un impegno di civiltà che parte dal presupposto principale della conoscenza, del reciproco dialogo tra le culture nel rispetto delle specificità, della ricerca.
Nel nostro Paese le popolazioni e le etnie di tradizioni e lingua non italiana, con una solida storia comune all’interno delle aree regionali di appartenenza, sono diverse e variamente distribuite.
Esemplare è la realtà della Puglia, regione protesa verso il Mediterraneo, il vicino oriente ed il centro – Europa dei Balcani, che nella sua dimensione geografica vede la storia e culturale presenza di popolazioni albanesi, greche, franco – provenzali.
In questo contesto è bene quindi sottolineare come ogni realtà minoritaria etnico – linguistica possa esprimere appieno tutte le potenzialità di cui è portatrice, con la sua storia peculiare, non solo dal punto di vista linguistico, ma anche tramite i patrimoni librari, artistici, demoantropologici. E come questi patrimoni di conoscenza avvertano sempre più la necessità di essere ricontestualizzati nuovamente, in un quadro di continuo sviluppo della cultura dei “nuovi saperi”.
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in accordo con le normative vigenti e in particolar modo con la legge 482/ ’99, ha prodotto una serie di iniziative, spesso con una proficua intesa con le Regioni interessate, per recuperare e valorizzare quelle tradizioni etnico linguistiche che hanno fortemente caratterizzato il nostro territorio. Obiettivo dichiarato è stato far emergere e far conoscere ad un pubblico sempre più vasto la storia delle comunità, puntando anche ad offrire una lettura più attenta dei loro riflessi e della loro sedimentazione nella cultura italiana, con una analisi nuova ed articolata dei riferimenti religiosi e degli aspetti antropologici.
Merito dell’opera di Pierfranco Bruni, cui va il mio vivo apprezzamento per la serietà e lo spirito scientifico che vi ha profuso, è di offrire il più recente di una lunga serie di esaustivi confronti con un patrimonio che permetterà, ai lettori e agli studiosi, di guardare alla storia e alla cultura di una comunità attraverso il discorso della conoscenza, della tutela e della valorizzazione.
Un lavoro tanto più prezioso perché sarà in grado di rendere più forte la rete di sinergie con le Regioni, gli Enti locali, l’universo dell’associazionismo, della informazione in ogni sua forma e modalità, con il mondo della formazione, sia nelle scuole che nelle università; e fotografando al contempo la ricca geografia culturale delle minoranze, ne opera una dovuta pubblicizzazione rendendole così meno “minoranze” perché meno sommerse e più conosciute, e più bene culturale, sia materiale che immateriale, attivo e attore nella comunità italiana.
Maurizio Fallace
Direttore Generale per i Beni Librari,
gli Istituti Culturali ed il Diritto d’Autore
TESTIAMONIANZA SUL TESTO
MINORANZE LINGUISTICHE IN PUGLIA
UNO STUDIO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI
REALIZZATO DA PIERFRANCO BRUNI
Metodologia didattica e sintesi
di Anna Maria Colaci
dell’Università del Salento
Lo studio di Pierfranco Bruni è un testo importante non solo perché spiega tante cose ignorate dai più e perché è una felice opera di sintesi, ma anche per gli spunti e le riflessioni che solleva.
Tra queste mi permetterò di soffermarmi su alcuni aspetti.
Il primo è laddove (pp. 37 e seguenti) si spiega molto bene che la tradizione permane e fruttifica dentro di noi, “La grecità non è soltanto una forma simbolica. E’ l’essere che attraversa le nostre coscienze. Anzi è la nostra coscienza che diventa consapevolezza di un processo che è sì culturale ma che diviene profondamente etico ed esistenziale in un quadro di valori la cui eredità è nel rispetto delle appartenenze”.
Qui è un punto fondamentale non solo della tematica affrontata nel testo, ma anche della realtà attuale. Quello che vorremmo, in una realtà complessa come la presente, è il saper coniugare insieme tradizione innovazione rendendoci conto che la civiltà non è solo un’unione di linguaggi, ma anche di codici, di simboli, di significati che costituiscono e devono costituire il senso del nostro essere.
Di qui nel libro il giusto rilievo dato, ad esempio, alle identità etniche della Magna Grecia e al suo modo di permanere nello spazio e nel tempo. Vorrei dire che, pur nel tumultuoso vortice delle novità, dovremmo essere accorti custodi dei tanti saperi che si sono avuti nel corso della storia e che continua a sussistere e a saper infondere, a chi sa intenderli, linfa vitale.
Su tale vissuto vanno intese, a mio modo, le pagine dedicate al tarantismo, a Comuni come San Crispieri e San Marzano, come alle realtà italo-albanesi nella provincia di Foggia. In tutto il libro vive non solo la spiegazione delle difficoltà che queste cosiddette culture “minori” o soggiogate, hanno vissuto, ma come esse siano riuscite, malgrado tutto a permanere e a influire su costumi e modi di vita.
A me pare pertanto importante e significativo che vengano pensati e pubblicati libri come questo che non sono mera erudizione, né intendono riproporre come attuale una realtà che pure c’è stata nella storia, quanto a mostrare come il cammino, quello che noi siamo come salentini, come pugliesi, è un intreccio di voci diverse che in qualche modo hanno coabitato e coabitano con noi. Un passato da non liquidare come remoto, ma da conservare gelosamente per meglio comprendere chi noi siamo.
E’ davvero la storia della nostra tradizione, delle nostre radici, forse non le uniche, ma comunque elementi fondamentali di un processo storico. Particolarmente chi si interessa di educazione dovrebbe comprendere, far propri e poi spiegare come la civiltà non è né un puro aprirsi agli altri, e neanche una pura contrapposizione, ma una lenta e difficile – talvolta contrastata – mediazione. Se riusciremo a capire questo, forse sarà anche più facile affrontare le questioni dei nostri giorni.
Per questo non posso che apprezzare il lavoro promosso da Pierfranco Bruni.
Anna Maria Colaci
Università del Salento