Inizia, oggi, la Grande e Santa Settimana. Siamo invitati a vivere insieme a Gesù gli ultimi giorni della sua vita terrena, ora per ora.
Dobbiamo salire a Gerusalemme con Gesù. Gli avvenimenti di questi due giorni anticipano i prossimi: la risurrezione di Lazzaro, ci prepara alla risurrezione di Cristo; Maria che lava i piedi a Gesù, ci annuncia la sua morte; l’entrata trionfale di Cristo, osannato dalla folla, ci dice che Cristo sarà riconosciuto come re di Israele. Tutti questi avvenimenti noi li viviamo nelle celebrazioni liturgiche. Gesù aveva resuscitato altri morti, ma la risurrezione di Lazzaro acquista un significato particolare, perché viene messa in relazione con la sua risurrezione. Gesù piange prima di resuscitare il suo amico Lazzaro: questo sentimento di Cristo ci rivela la sua umanità. Il Vangelo ci dice che Gesù va a fare visita a Lazzaro risorto e le sue sorelle preparano in suo onore una cena: Gesù è di casa fra chi lo accoglie e gli apre la porta della sua casa. Durante la cena, Maria, sorella di Lazzaro, lava i piedi di Gesù versandovi un unguento molto prezioso ed il Vangelo sottolinea il contrasto tra la generosità di Maria e i calcoli di Giuda: per Maria l’amore di Gesù è incalcolabile e merita da parte sua il massimo della riconoscenza; Giuda, invece, non è capace di porre l’attenzione all’amore infinito di Gesù, dato che poi sarà pronto a venderlo per trenta monete, e quindi si mette a calcolare il prezzo del profumo. Qui siamo messi di fronte ad una decisione da prendere: che valore ha per noi l’amore di Cristo? Seguono due profezie di Gesù: ci annuncia la sua morte e ci dice che i poveri li avremo sempre con noi. Entrambe queste notizie ci devono scuotere: perché Cristo muore? Per salvarci dai nostri peccati. Perché i poveri li avremo sempre con noi? Perché togliamo loro il necessario per un dignitoso sostentamento, quindi siamo responsabili della loro situazione. Gesù, poi, entra a Gerusalemme e la folla lo acclama “re di Israele”: allora finalmente lo hanno riconosciuto come Figlio di Dio e Salvatore del mondo? Purtroppo no, è solo un entusiasmo momentaneo, tipico della nostra fede instabile, in quanto fra qualche giorno la stessa folla dirà: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”.
La Domenica delle Palme, ponendoci di fronte a tutti questi contrasti, ci vuole spingere a interrogarci sulla nostra fede, in preparazione alla celebrazione degli ultimi avvenimenti della vita di Cristo sulla terra, dall’ultima Cena del Giovedì Santo alla Sua gloriosa risurrezione nella Domenica di Pasqua.