Cari fratelli e sorelle,
nella ricorrenza della festa di Pasqua, con questo messaggio, voglio esprimere la mia fraterna vicinanza a ognuno di Voi e far risuonare, ancora una volta, il gioioso grido della Chiesa: Christòs anèsti Krishti u ngjallë Cristo è risorto.
Buona Pasqua, auguro a tutti Voi di vivere personalmente, e nella vostra famiglia, una Santa Pasqua di Resurrezione! Riempia di gioia il nostro cuore la certezza che Dio ci ama. Questa è “la grande bellezza” della nostra fede. La bellezza, come l’amore, non ha bisogno di spiegazione. La nostra fede si fonda su un Dio che muore per noi, per amore.
È un augurio che nasce dal legame che ci unisce tutti in Cristo, nel quale riponiamo la nostra fiducia e la nostra speranza.
È il giorno della Resurrezione! Risplendiamo di luce o popoli. È Pasqua del Signore! (ode I del canone pasquale)
Così il celebre Cànone di San Giovanni Damasceno. Queste parole contengono tutta la teologia pasquale: Cristo con la sua vittoria redentiva ha rinnovato il mondo.
Ecco perché abbiamo bisogno della Pasqua, abbiamo bisogno di risorgere, abbiamo bisogno che risorga la speranza in noi per una nuova vita, che risorga una passione per poter non solo superare i momenti difficili, ma per poter costruire un futuro migliore per tutti, particolarmente per i più giovani.
Cari fratelli e sorelle, come tutte le Diocesi italiane, anche la nostra Eparchia è oggi irriconoscibile, ma dentro le nostre Chiese deserte si leva la preghiera incessante al Dio della vita per l’Italia e il mondo.
Preghiamo per i tanti defunti, uomini e donne che sono morti soli, senza potersi congedare dai loro cari, ma anche per le famiglie, che non possono accompagnare i loro cari nel trapasso; preghiamo per i malati e le loro famiglie in difficoltà economiche; i medici, gli operatori sanitari, i volontari, la protezione civile, le forze dell’ordine e le autorità; sentiamo in questi giorni tanta tristezza, ma anche la responsabilità di testimoniare speranza, consolazione e gioia, affinché possiamo farci prossimo gli uni gli altri e andare incontro al futuro uniti e animati da fiducia e speranza.
Nei giorni scorsi noi Vescovi della Calabria abbiamo destinato una somma di denaro per l’acquisto di tre posti letto di terapia intensiva a favore di una struttura sanitaria, per fronteggiare al meglio l’emergenza coronavirus. In questo momento è tutto emergenza, ogni piccolo contributo è benedetto.
“Quando riapriranno le scuole?”. Da settimane i genitori italiani si sentono rivolgere questa domanda dai loro figli sorpresi e “sospesi” a causa dell’emergenza sanitaria. È una domanda a cui non si era abituati in questa parte del mondo, una situazione inedita all’interno di una condizione di vita senza precedenti. Ora, in questo scorcio di 2020 che ha rovesciato tante abitudini e messo in crisi molte certezze, anche i bambini si trovano a vivere una situazione simile a tanti loro coetanei in altre nazioni. È bello constatare che il virus non ha intaccato la riserva di creatività dei
bambini. Ed è altrettanto straordinario e commovente vedere come tanti fra loro manifestino solidarietà verso i propri coetanei. Ed è altrettanto bello constatare che gli insegnanti sono rimasti in costante contatto con le loro classi con la didattica a distanza.
Accanto e assieme a questo dialogare a “distanza” tra i bambini è interessante rilevare anche come il dialogo intergenerazionale trovi
nuove forme di espressione al tempo del coronavirus.
Chiediamo ai nostri Santi Patroni di aiutarci ad ascoltare Cristo, il Signore Risorto e che il profumo di Cristo penetri tutta la nostra
persona, affinché nella battaglia che stiamo combattendo contro il coronavirus possiamo davvero dire “andrà tutto bene” “se ci affidiamo a Dio”, perché tutte le battaglie si possono vincere se si conta non solo sulla propria abilità ma affidandosi al Signore.
A tutti Voi il mio Augurio cordialissimo di Buona Pasqua.
Lungro, 05 aprile 2020
+ Donato Oliverio, Vescovo