I concorsi letterari come questo edito dall’Associazione “Vatra Arbëreshe”, vogliono essere un’ultima ancora di salvezza lanciata nel mare della globalizzazione, in soccorso delle lingue minoritarie. Sabato 1° dicembre nella sala “Conceria” di via Conceria, 2 in Chieri (TO), è avvenuta la premiazione dei vincitori della 7^ edizione del concorso. Il primo premio per la poesia Sez. A/Adulti è stato assegnato a Giovanna Andreano di Torino nativa di Casalvecchio (FG) con la poesia “Moti i Natalës” (Il tempo di Natale).
Il primo premio per la favola-filastrocca Sez. B/2 per le scuole secondarie, è stato assegnato a Valentina Meringolo (I.C. di San Demetrio Corone -CS) con la favola “Nrikulla dhelpra” (La comare volpe). Il primo premio per l’elaborato grafico-pittorico Sez. B/1 per le scuole primarie, è stato assegnato a Marco Falcone (I.C. di San Demetrio Corone) che ha presentato un sunto sulla casa e sulle opere Di Girolamo De Rada, il massimo letterato del risorgimento arbëresh ed albanese.
Le premiazioni sono state precedute dalle autorevoli relazioni del Prof. Ferruccio D’Angelo, docente di Storia dell’Arte nonché riconosciuto artista di fama internazionale, nativo di Civita (CS) e dal Prof. Italo Costante Fortino, docente di Lingua e Letteratura Albanese all’Università Orientale di Napoli.Tutti i premi sono stati consegnati dal Presidente della Giuria Prof. Italo Costante Fortino. Al proposito del concorso, il nostro impegno per la salvaguardia delle peculiarità culturali, oltre che dalla partecipazione dei concorrenti, è supportato dal lungimirante lavoro degli insegnanti e dai dirigenti scolastici dei paesi arbëreshë: a questi ultimi vanno i nostri ringraziamenti.
Domenica 2 dicembre ore 11.00, nella Sala del Consiglio Comunale della Città di Chieri, alla presenza delle Autorità comunali, provinciali e regionali, si è ufficializzato la nascita della Federazione “F.I.A.P.” nella quale confluiscono le associazioni albanesi, italo-albanesi ed arbëreshë presenti nella regione Piemonte. L’ufficializzazione della Federazione “F.I.A.P. è stata preceduta dagli auguri del Dr. Agostino Gay Sindaco di Chieri; del Dr. Roberto Placido, vice-Presidente Consiglio Regione Piemonte; del Dr. Giuseppe Cerchio, vice-Presidente Consiglio Provincia di Torino; del Dr. Francesco Rao, Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Torino; del Dr. Giuseppe Telesca, Assessore alla Cultura della Provincia di Potenza; in extremis ma atteso, è giunto a presenziare alla cerimonia anche il Dr. Spartak Topollaj, Console Generale d’Albania. Le funzioni della neonata Federazione “F.I.A.P. saranno quelle di esprimere sul territorio provinciale e regionale i valori positivi di una Comunità come quella arbëreshe ed albanese che, più di altre comunità, da antica data con il territorio italiano hanno sempre avuto rapporti di vicinanza geografica, storica, politica e culturale. La federazione, alla quale guida per il primo anno è stato eletto il Prof. Vincenzo Cucci, oltre che essere interprete tra la comunità albano-arbëreshe, e le Istituzioni preposte, date le prerogative esistenti, vuole anche essere riferimento per iniziative culturali ed economiche tra il Piemonte, lo Stato Albanese ed i paesi arbëreshë.
Per l’Associazione “Vatra Arbëreshe”
Il Presidente
Prof. Vincenzo Cucci
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1° Premio per la poesia Sez. A. Adulti
“MOTI I NATALLËS”
(TEMPO DI NATALE)
di Giovanna Andreano, nativa di Casalvecchio (FG) residente in Torino Nota: per rispettare l’originalità dell’espressione della lingua, le poesie, le favole e comunque tutti gli scritti mandati a concorrere, sono trascritti così come ricevuti senza apportare modifiche.
Ta nuvèna, pàra se ditë bëhshi,
klisha me gjìngjra mbushëshi:
tua sfiduòr tëtimtin,
pse Zòtit bèsë i kishin.
Ishën grà e bùrra
me shàlle të mbullùora.
“Ka illazit tùa kaluòr”,
Jesu Bombini pë të lavëduòr,
hipi ta qièlla ka zëra çë drìdhshin
pë emiciònën e atìre çë parkalèsin.
Ka ùdhat, fàre festòn,
jò drita, jò dekoraciòn.
Vètëm bora, qètu qètu, bièi,
e dal e dal mbulòi gjithsej:
ashtù katundi dëftòhshi
e si një presèp dùkshi.
Shùmë pak vëljèn
drita e këtij Natallë.
Ai klìm fèstie
ng’ishi i rrèmë, po origjinàl.
O i dàshur e i vjètër Natallë
ishe, vërtèt, speçiàll.
Shùmë mot ka shkuòr,
po u ngë të kam harruòr.
Traduzione
All’alba del giorno, alla novena,
la chiesa, di gente, era piena:
sfidando il gelo dell’inverno
perché credeva nell’Eterno.
Erano uomini e donne
negli scialli avvolte.
“Tu scendi dalle stelle”,
per rendere lode a Gesù Bambino,
saliva al cielo da voci tremanti
per l’emozione degli oranti.
Per le strade, niente festoni,
niente luci e decorazioni.
Solo la neve, in silenzio, cadeva,
e piano piano tutto copriva:
così il paese si mostrava
e come presepe appariva...
Ben poco vale
la luminaria di questo Natale.
Quel clima di festa
era autentico e non fittizio.
Oh caro e vecchio Natale,
eri davvero speciale.
Molto tempo è ormai passato,
ma non ti ho dimenticato.
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1° Premio per la favola – filastrocca Sez. B/2 Giovani Autori.
Di Valentina Meringolo: Istituto Comprensivo di San Demetrio Corone (CS)
Nota: per rispettare l’originalità dell’espressione della lingua, le poesie, le favole e comunque tutti
gli scritti mandati a concorrere, sono trascritti così come ricevuti senza apportare modifiche.
Dhelpra e ulku’ u kishin bënë Miq.
Ndrikullës dhelpër i vinej u e thrriti kumba’
Nikollen (ulku) e i tha: “Vem’ e mami një
shtjerr tek garaca?” Kumba’ Nikolla tha: “Egh
vemi e e mami!” Dhelpra ç’e furbe
dërgoiulkun tek garaca e i tha: “Ec ti kumba’
Niko’, ec e mirr se u të pres mb’udhë”. Ai vate
e këceu tek garaca sa të mirrë shtjerrin. U
adunartin qentë e ju strostin kumba’ Nikolles
e e mbjuan me micikune. Masari, ç’isch e
bënej gjizen, lëreu e vate puru ai sa të i
ndighënej qentë sa të vrisjin ulkun. Furizi e
qente e mbjuan me vajana e micikuna ulkun
(kumba’ Nikollen). Dhelpra pa se masari lëreu
ghapët, vate e ghiri mbrënda sa të ghaj
gjizën. Ghëngri shumë gjizë e pra vu një cik
gjizë edhe te veshët e vate e u shllua
mb’udhë e priti kumba’Nikollen. Kur kumba’
Nikolla arrvoi i tha dhelprës: “Çë je bën ati
nrikulla dhelpër?” Dhelpra rispëndoj: “Më bën
me vajana çë më dualltin trutë ka veshët.”
Kumba Nikolla e kredhirti e u trëmb e muari
kalosh ndrikullen dhelpër. “Nga se të sillinj u
dalë e dalë.” Tue ngar dhelprathoj: “Lu
mallatu rraga llu sanu, vlloi me.” Kumba
Nikolla i tha: “Çë je thua ndrikulla dhelpër?” –
“Jam e zbrajarënj me ethen e fort.” Dhelpra
çë furbë bënej llu muartu e ulku e kredhirti.
Ulku vajanat e micikunet e qëndroi pa
ngrënë. E dhelpra e ngosët e kalosh.
Traduzione:
La volpe e il lupo erano diventati
amici. La comare volpe aveva una gran fame
e chiamò il compare lupo dicendogli:
“Andiamo a rubare un agnellino?” La volpe
fece finta di accompagnare il lupo ma si
fermò sulla strada con l’intento di fare la
guardia. Il lupo entrò nell’ovile ed era sul
punto di impossessarsi di un agnellino,
quando i contadini si avventarono su di esso
e così anche il massaio, che stava facendo la
ricotta, lasciò tutto e assalì il lupo con
bastonate e morsi. La volpe avendo visto che
il massaio aveva lasciato la porta aperta,
entrò per mangiare la ricotta. Mangiò a
crepapelle e si spalmò la ricotta dentro le
orecchie. Si sdraiò a terra aspettando il lupo,
il quale, arrivato, interrogò sull’accaduto la
volpe. Essa rispose che l’avevano ridotta
talmente male a suon di bastonate che il
cervello le era uscito dalle orecchie. Il lupo
credette tutto e prese la volpe sulle spalle.
Camminando la comare volpe diceva: “Il
malato porta sulle spalle il sano”. Interrogata
dal lupo su quello che stava dicendo, la volpe
rispose: “Sto vaneggiando per la forte
febbre”. La volpe furba faceva il morto dopo
essersi ben rimpinzata e il lupo restò digiuno
dopo aver ricevuto morsi e bastonate.
{mospagebreak title=I premio elaborato grafico pittorico}
1° Premio della sezione B/1 giovani Autori (elaborato grafico pittorico), assegnato a Marco Falcone con l’opera r appresentante la casa del grande letterato italo-albanese Girolamo De Rada. L’opera grafica pittorica vincente, è corredata da una breve descrizione bilingue sulla vita del Vate e da un “canto” tratto da “Il Milosao” declamato sul palco dal premiato.
Marco Falcone Istituto Comprensivo di San Demetrio Corone (CS).
Nota: per rispettare l’originalità dell’espressione della lingua, le poesie, le favole e comunque tutti gli scritti
mandati a concorrere, sono trascritti così come ricevuti senza apportare modifiche.
KANGJELI IV
Ish e diella menat
e i biri zonjës madhe
ngjitej tek e bukura
të m’i lipën një pik uj
se ish et i djegurith
Vetëm e çoj ndë vatërët
çë këshën më pieksënej:
ata dukëshin e s’e thoshin
vajza me buzën mbë gaz:
Vash. “Ç’ësht e ikën si ajëri?”
Trim. “Më presën ndë rroljet”.
Vash. ”Di limun t’ëmbëlja,
qëntrò, u tì t’i ruata”.
Me një dorë ngrëjturith
mbanej mbi veshin e bardhë
ljesht e saj të spjeksurit,
jetërës hapi sundùq
e më gholjq, limunezit;
më ja e vù ndë dorjet
ndë çerët e dhezurëz.
Thomje ju dashurit
nd’ëmbëlj më ë të puthurit.
CANTO IV
Era una mattina di domenica.
Il figlio della nobile signora
saliva in casa della fanciulla
per dirle che sua madre la desiderava.
sola la trovò al focolare:
s’intrecciava le chiome.
Essi si amavano e non se lo dicevano.
La ragazza con la bocca ridente :
“Perché fuggi come il vento?”
Giov. “Mi attendono al gioco del disco”.
Fanc. “Fermati, io ti ho serbato
due dolci limoni”.
Con una mano i suoi disciolti capelli
sopra le bianche orecchie alzava,
con l’altra aprì il cassone;
ne prese i limoni e in mano
glieli mise, accesa in volto.
Ditemi voi, o amati,
se più dolce è il bacio.